Degrado, spaccio e prostituzione all’autostazione di Aosta, il sindaco Nuti: «In arrivo la videosorveglianza»
La situazione è finita sul tavolo del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica; al vaglio l'ipotesi di chiudere alcune zone nei pressi della torre del Pailleron
Forse in questo caso la situazione va ben oltre il disagio e il decoro. La punta dell’iceberg sono i bivacchi, i letti di fortuna, l’immondizia e i capannelli che praticamente ogni giorno, in particolare da un anno a questa parte, si trovano nei pressi delle stazioni degli autobus e dei treni di Aosta. Già, perché andando a parlare con chi questa realtà la vive tutti i giorni quella che è emerge è una situazione di ben altro tenore, fatta di spaccio di droga, prostituzione e persino minacce a chi prova semplicemente a fare il proprio lavoro. Una situazione che ha attirato l’attenzione anche del Comitato ordine e sicurezza pubblica.
Le testimonianze
Ma andiamo con ordine. I lavoratori dell’autostazione raccontano che, praticamente ogni giorno, si trovano ad affrontare situazioni non proprio degne di una cittadina turistica. «Qualche giorno fa sono venuti a togliere i materassi posizionati dietro i nostri uffici e poi la Polizia locale è passata nuovamente a controllare – raccontano -. Ma cambia poco, perché i soliti noti si sono spostati da sotto le tettoie ai parchi di piazza Manzetti ed Emilio Lussu».
E le attività non si limitano al “bivaccare”. «Qui accade davvero di tutto, dallo spaccio, alla prostituzione e chi più ne ha più ne metta – sostengono -. I fatti avvengono qui fuori, ma soprattutto nei bagni delle stazione dei bus, dove abbiamo assistito a scene di ogni genere. Abbiamo segnalato la cosa più volte e in ultimo i nostri responsabili hanno inviato una lettera al Questore e alla Regione».
I dipendenti vorrebbero solo fare il proprio lavoro, ma ciò a cui assistono quotidianamente merita di essere denunciato. «Tanto per fare un esempio – sottolineano-, dieci giorni fa abbiamo dovuto chiamare l’ambulanza perché un tossico,dopo una dose, era ridotto in sangue nei bagni, imbrattando peraltro tutti i locali.Un’ora dopo era di nuovo qui e noi ci sentiamo anche dire che la responsabilità è nostra. Noi dobbiamo lavorare, possiamo segnalare le cose quando le notiamo,ma qui tra barboni e tossici ogni giorno è la stessa storia».
I bagni sono un nodo cruciale. «Dovrebbero essere messi a pagamento con un controllo all’ingresso, così sarebbero anche sempre puliti – concludono i lavoratori -. Inoltre, servirebbe anche per controllare le macchine, dato che con tutto questo via vai anche la sicurezza dei veicoli è a rischio. Da un anno a questa parte, comunque, la situazione è divenuta invivibile e, oltretutto, è un pessimo biglietto da visita per i turisti».
Argomento da Cosp
La situazione è già stata tema di analisi all’interno del Comitato ordine e sicurezza pubblica, riunitosi alla presenza – tra gli altri – del sindaco di Aosta Gianni Nuti e del questore Ivo Morelli.
Contattato telefonicamente, il primo cittadino di Aosta spiega: «Siamo consapevoli del fatto che vi siano delle criticità, anche perché sono molte le segnalazioni che ci arrivano di comportamenti “poco civili”. Quello che si poteva fare rapidamente lo stiamo facendo, per il resto invece dobbiamo confrontarci anche con la Regione».
Tra le prime misure adottate, ad esempio, «abbiamo chiesto alla Polizia locale di intensificare i passaggi in zona», afferma Nuti. Poi aggiunge: «Per le misure più significative dobbiamo fare il punto con la Regione e con la Questura». A quanto appreso, l’intenzione del Comune sarebbe quella di rendere inaccessibili alcune aree, come il parco sotto alla Tour de Pailleron e la zona tra la mura romane e la stazione dei bus; tutte zone di competenza regionale.
In aggiunta, continua il sindaco, «intendiamo installare un impianto di videosorveglianza per monitorare la zona».
Confermale parole del sindaco il questore Morelli, che aggiunge: «Vengono eseguiti controlli congiuntamente con le altre Forze dell’ordine, ma serve un sistema di rete. Si valuta di migliorare l’illuminazione, installare telecamere e limitare l’accesso in alcuni spazi. Probabilmente serviranno alcune ordinanze, così che siano previste sanzioni per i trasgressori». Per Morelli«bisogna puntare sui deterrenti per rendere una zona che si presta come nascondiglio per attività illecite,non più appetibile per certe persone».
(Alessandro Bianchet e Federico Donato)