Tragedia sul Rutor, il pilota condannato: «Farò ricorso in Cassazione, spero si tenga conto delle analisi fatte dall’ANSV»
Philippe Michel ha deciso di rompere il silenzio con una lettera inviata ai giornali
«Non ho mai avuto l’intenzione di sottrarmi alle mie eventuali responsabilità, ma credo sia giusto aspettarsi che queste vengano determinate sulla base di uno studio tecnico imparziale. Ricorrerò quindi alla Corte di Cassazione, nella speranza, ancora una volta, che i giudici si avvalgano delle analisi scientifiche più attendibili e minuziose effettuate dall’ANSV per determinare le cause dell’incidente». E’ quanto scrive in una lettera inviata ai giornali Philippe Michel, il pilota francese condannato in Appello a 4 anni e 6 mesi per la tragedia aerea sul Rutor.
«Scrivo in seguito al deposito delle motivazioni della condanna pronunciata dalla Corte d’Appello – continua il documento -. Credo infatti che una storia così complessa e dolorosa avrebbe meritato più attenzione e un’analisi veramente approfondita. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia italiana, ma leggere le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello è per me una grande delusione e penso che si sia persa un’altra occasione per chiarire e determinare quanto accaduto.
Fin dall’inizio di questa dolorosa vicenda ho chiesto, tramite i miei difensori, che il giudice nominasse un proprio tecnico, terzo e imparziale, per valutare le varie ricostruzioni dei fatti proposte dall’accusa e dalla difesa; una richiesta che fino a ora incomprensibilmente non è mai stata accolta. Un’altra circostanza mi sembra ancora più incomprensibile e sconcertante: dopo oltre due anni di attesa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) ha chiuso e pubblicato il risultato finale delle sue indagini su questo incidente. Si tratta di una valutazione tecnica scrupolosa, competente e imparziale delle circostanze che hanno causato questa terribile tragedia, ma che, nonostante le ripetute richieste dei miei difensori, non è stata affatto presa inconsiderazione dalla Corte d’Appello nelle sue motivazioni.
Non capisco come, dopo quarant’anni di attività come pilota professionista senza mai avere alcun tipo di rimprovero, i giudici abbiano potuto condannarmi a quasi sette anni di reclusione anche se ridotti con il rito abbreviato, senza aver utilizzato una relazione così importante e fondamentale per la ricostruzione dei fatti, come quella tecnica fornita dall’ANSV, autorità italiana la più importante e competente in materia. Pur con tutto il rispetto e l’umiltà richiesti dalla vicenda, vorrei dire che se lo scopo del processo fosse stato quello di determinare le cause dell’incidente, ma anche di evitare che una simile tragedia si ripetesse, questo obiettivo non è stato certamente raggiunto.
Concludo dicendo che il mio pensiero va quotidianamente a tutte le famiglie, compresa la mia, che il 25 gennaio 2019 hanno visto la loro vita segnata per sempre».
QUI le risultanze dell’inchiesta dell’ANSV.
(f.d. – d.c.)