Industria: sindacati metalmeccanici e Core informatica ai ferri corti
Assemblea dei lavoratori giovedì di fronte all'azienda di Pont-Saint-Martin che si rifiuta di stabilizzare i lavoratori a tempo determinato provocando la mancata firma dell'accordo secondario da parte dei sindacati
Ferri corti tra sindacati e azienda alla Core Informatica di Pont-Saint-Martin, dove i rappresentanti dei metalmeccanici, giovedì pomeriggio, hanno convocato un’assemblea dei lavoratori per discutere della mancata firma (Uilm Canavese, unica favorevole, si è poi adeguata a malincuore) dell’accordo di prossimità.
La querelle
Sul banco degli imputati, la mancata volontà dell’azienda, specializzata in fornitura, gestione delle infrastrutture IT e nei servizi di assistenza ed help desk, di stabilizzare i lavoratori a tempo determinato.
In particolare, la realtà della bassa Valle su 130 lavoratori ne conta circa il 60% (una settantina) con un contratto a termine, spesso prolungato da anni di tre mesi in tre mesi.
L’accordo di prossimità a valenza triennale prevederebbe, in caso di approvazione, la stabilizzazione di soli sei lavoratori all’anno.
A questo si aggiungono l’elevato grado di stress e di disagio, palesati dai lavoratori a causa dei carichi e della mancanza di prospettive.
Alla fine delle due ore e mezza di assemblea sono piccati i commenti dei sindacati.
Fim Cisl
«Siamo arrivati a questa assemblea articolata a seguito di un mancato accordo di prossimità per due anni – racconta il segretario della Fim Cisl, Fausto Renna -. Non mettendo in discussione i contenuti dell’accordo, abbiamo però ritenuto di non firmare in quella sede, in quanto non ritenevamo l’azienda rappresentativa dei problemi dei lavoratori».
Renna scende nei dettagli
«Il quotidiano non è gestito in maniera adeguata, per cui abbiamo deciso di portare tutto a uno stesso tavolo – sottolinea il segretario -. Non possiamo pensare che a un tavolo superiore, dove l’azienda ha interesse, si trovi l’accordo, mentre negli altri, che gestiscono il quotidiano, i sindacati abbiano valore minore rispetto agli accordi».
Il prossimo 19 luglio ci sarà un altro incontro.
«Non cesseremo mai di trattare, le mediazioni sono ciò a cui puntiamo – conclude Renna -. Non sbattiamo la porta in faccia, cerchiamo una mediazione per fare ragionare l’azienda sul vissuto quotidiano».
Fiom VdA
«Un accordo non è mai stato firmato perché Fiom non firma accordi di prossimità: riteniamo che dodici mesi più dodici mesi di precariato siano più che sufficienti – esclama il segretario Fiom, Fabrizio Graziola -.
Il lavoratore a quel tempo deve diventare a tempo indeterminato».
L’assemblea è stata interminabile.
«Da un lato avevamo lavoratori preoccupati, perché se non si firmano questi accordi secondari, alcuni di loro rischiano di essere lasciati a casa – continua Graziola -. Dall’altra c’erano tutte le motivazioni, come le relazioni interne all’azienda e il mancato rispetto dei lavoratori per portare avanti questa battaglia: la dignità non è al centro dell’interesse di questa azienda».
E il prossimo passaggio?
«È un punto interrogativo – conclude il segretario della Fiom VdA -, visto che siamo stati tolti dal tavolo delle trattative come Fiom. Aspettiamo se saremo convocati anche noi il 19; al di là delle opinioni e delle discussioni, credo che una trattativa ci debba sempre essere, a maggior ragione per una realtà di quasi 150 dipendenti».
Uilm Canavese
Diversa la posizione di Marco Iorio della Uilm Canavese, che avrebbe voluto portare a termine l’accordo dopo una trattativa lunga due anni.
«Noi eravamo disponibili a firmare in base al mandato che ci era stato dato dai lavoratori e ci sembrava corretto andare fino in fondo, proprio perché in ballo ci sono dei posti di lavoro – sottolinea -. Ovviamente, solo con la nostra firma, l’accordo non avrebbe avuto validità».
(alessandro bianchet)