Confcommercio: in Valle crollo dei consumi del 15% nel 2020, si torna al 1995
Il Report sui consumi dell'Ufficio Studi di Confcommercio rivela anche una pesante caduta della spesa pro-capite
Consumi crollati del 15.1% (peggio ha fatto solo il Veneto) e spesa per consumi per abitante tornata sostanzialmente ai livelli del 1995. A tenere è solo il turismo, con un calo contenuto del -6.9% della spesa dei turisti stranieri. Sono questi i dati sconfortanti diffusi dal Report sui consumi 2019-2021 realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio, che ha scattato in sostanza la fotografia degli effetti della pandemia.
L’analisi
L’analisi effettuata da Confcommercio parla chiaro e presenta un calo di consumi a livello nazionale dell’11.7%, pari a oltre 126 miliardi di euro, peggior dato dal secondo dopoguerra a oggi.
A pesare in maniera particolare è la riduzione del 60.4% (27 miliardi) della spesa dei turisti stranieri, anche se persino il crollo della domanda interna non se la passa meglio, visto che la spesa pro-capite pare tornata ai livelli del 1995, con una media di -2.000 euro.
La flessione, però, ha avuto andamenti differenti, con il Nord e il Centro particolarmente penalizzati e con Veneto e Valle d’Aosta uniche a registrare nel 2020 una flessione superiore al 15%.
Il Sud pare aver tenuto meglio botta, anche sei i dati del mese di maggio parrebbero portare un sospiro di sollievo, con un incremento del +14.2% a livello nazionale e una risalita del Pil del +2.9%.
Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio questo potrebbe essere l’avvio di una fase di risalita, anche se il divario dai livelli pre-Covid appare ancora considerevole.
Le previsioni per il 2021, pur con una ripresa dei consumi stimata del +3.8%, appaio ancora caute, viste le tante incognite che ancora pesano, in particolare, sul turismo internazionale.
La Valle d’Aosta
E la nostra Regione come se la passa?
Come detto, il livello dei consumi nel 2020 è sceso addirittura in picchiata, con un -15.1% superato solamente dal Veneto (-15.3%) e ben al di sopra della media nazionale del -11.7%.
“Inquietante” anche il raffronto con le serie considerate da Confcommercio, visto che nel periodo 1996-2007 la variazione era stata del +21.8%, mentre nel periodo 2008-2019 aveva subito una contrazione del -0.4%.
Consumi per residente
I consumi per residente, come detto, paiono essere tornati ai livelli del 1995.
La stima di Confcommercio per il 2020, infatti, parla per la nostra Regione di 24.073 euro spesi per ogni residente, contro i 28.301 del 2007 e i 24.885 euro del 1995. Il dato, comunque, rimane superiore alla media nazionale, dove si parla, rispettivamente, di 16.257 euro per il 1995, 18.721 euro per il 2007 e 16.123 euro per il 2020.
I consumi degli stranieri in Italia
Interessante il dato riguardante la spesa sostenuta dagli stranieri, unico aspetto in cui la Valle d’Aosta sembra tenere botta.
A livello assoluto, nel 2020, gli stranieri in Valle hanno speso 32 milioni di euro in meno, equivalenti al -6.9%, per un settore che rappresenta il 14.5% dell’intero consumo regionale.
In questo senso, molto peggio va a livello nazionale, con -26 miliardi di euro, pari a un devastante -60.4%.
Decisamente contro corrente il Molise, che si regala un incredibile più 74.2%, pari a maggiori introiti per 9 milioni di euro.
Le previsioni
Ottimistiche, anche se giustamente prudenti, le previsioni di Confcommercio per il 2021. Se a livello nazionale si parla di maggiori consumi per un +3.8% (36 miliardi di euro in più), per la Valle d’Aosta il dato sale a +6%, stimato in 181 milioni di euro di maggiori spese.
Il commento
«Il dato meno sconfortante per la nostra Regione è sicuramente quello legato alla tenuta del turismo straniero – spiega il presidente di Confcommercio Valle d’Aosta, Graziano Dominidiato -. Questo dato si contrappone alla linea generale di profonda sofferenza ed è legato sostanzialmente a una stagione turistica invernale solo parzialmente compromessa e alla riscoperta della montagna nella stagione estiva».
Dominidiato chiude con una speranza.
«Auspichiamo, per la stagione alle porte, sensibili progressi verso il ritorno alla normalità nonostante la situazione ancora difficile – conclude -. Le progressive riaperture ed i timidi segnali di ripresa rappresentano un positivo segnale di recupero».
(alessandro bianchet)