Ghiacciaio Planpincieux, Funk: «situazione temporanea che sarà risolta in 5/10 anni»
Conferenza stampa questo pomeriggio a Courmayeur per illustrare le novità sul monitoraggio del ghiacciaio Planpincieux e del seracco Whymper
Ghiacciaio Planpincieux, Funk: «situazione temporanea che sarà risolta in 5/10 anni».
A dirlo, nella conferenza stampa di questo pomeriggio, nel municipio di Courmayeur, per illustrare le novità sul monitoraggio del ghiacciaio Planpincieux e del seracco Whymper, il professore di glaciologia all’Eth di Zurigo, Martin Funk.
L’esperto, in un video che ha introdotto l’incontro tra tecnici, autorità e giornalisti, ha spiegato che il ghiacciaio Planpincieux, che negli ultimi due anni ha costretto la chiusura della strada comunale della Val Ferret per il rischio di crollo di una porzione della seraccata frontale, al momento si trova in una situazione di forte instabilità perché ha una lingua in una zona molto ripida, liscia e non è molto trattenuto. Ma, ha aggiunto Funk, si tratta di una situazione temporanea che si risolverà entro 5/10 anni, quando il ghiacciaio si sarà ulteriormente ritirato.
L’azione del Comune
Nel frattempo, per affrontare questi 5/10 anni il Comune ha approvato un nuovo piano di protezione civile, «sperando di non dover mai essere nelle condizioni di dover attuare quello stiamo studiando» ha sottolineato il sindaco di Courmayeur, Roberto Rota.
Il sindaco ha ribadito che i crolli parziali del ghiacciaio, diventati un fenomeno anche mediatico, vanno circoscritti al luogo in cui avvengono.
«Courmayeur è sicura, da Planpincieux in su non c’è nessun pericolo – ha detto Rota -. Il tratto di strada potenzialmente interessato dai crolli va da 300 a 500 metri».
Compito del Comune è tradurre i dati del continuo monitoraggio tecnico in attività di prevenzione e misure di protezione civile. Per questo l’amministrazione ha fatto propri i nuovi scenari di rischio individuati dagli studi per ipotizzare nuove misure di intervento che vanno dalla chiusura di alcune strade (interpoderale di Rochefort, strada Meyen/Planpincieux e in ultimo la nuova strada di Montitaz), all’evacuazione, al coprifuoco, fino alla chiusura totale della vallata.
L’azione della Regione
«Il programma di legislatura ha un’attenzione specifica verso la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile» ha detto il presidente della Regione, Erik Lavevaz, a Courmayeur anche in veste di assessore ad interim all’Ambiente e Territorio.
«L’attenzione al territorio deve essere ancora maggiore oggi, nel momento in cui i cambiamenti climatici sono evidenti sulle nostre montagne più che in molti altri luoghi del mondo. I ghiacciai sono tra gli indicatori climatici più sensibili: per questo siamo qui oggi. Per noi il cambiamento climatico non è un concetto astratto, ma qualcosa che possiamo testimoniare con il nostro sguardo nel brevissimo tempo della nostra vita: in pochi decenni abbiamo visto ritirarsi e scomparire ghiacciai che pensavamo destinati a essere perenni».
Il presidente Lavevaz ha sottolineato come «la montagna abbia sempre una componente di rischio, che si può gestire, perché in sé non è mai un pericolo».
L’assessore regionale alle opere pubbliche, Carlo Marzi, ha ricordato come sia importante anche in «tempo di pace» raccontare «il lavoro che viene fatto tutti i giorni per fare in modo di essere pronti quando ce n’è bisogno. È quindi importante ricordarci che la Valle d’Aosta gestisce e coordina la cabina di regia dei ghiacciai valdostani ed è stata la prima regione alpina a dotarsi di un piano di monitoraggio di rischio glaciale sul suo territorio».
«Per citare solo il 2020 e il 2021 l’impegno dell’amministrazione regionale per il radar per il monitoraggio dei ghiacciai e la gestione della viabilità della zona della Val Ferret è di 260 mila euro – ha aggiunto l’assessore -. E complessivamente tra noi, il Soccorso alpino valdostano e il Comune di Courmayeur 1 milione di euro viene destinato al monitoraggio e alla ricerca sul ghiacciaio di Planpincieux e sul seracco del Whymper che, a tutti gli effetti, vengono quotidianamente monitorati grazie al lavoro dei tecnici regionali assieme a Fondazione Montagna Sicura».
Scenari di rischio
In questo momento il ghiacciaio è in un momento di transizione dalla fase quiesciente alla fase attiva vista la rapida transizione dalla situazione invernale a quella estiva, ha spiegato Valerio Segor, dirigente della struttura Assetto idrogeologico dei bacini montani della Regione.
Tra l’estate e l’autunno 2020 la struttura, insieme a Fondazione Montagna Sicura, ha effettuato nuove indagini geo-radar da elicottero per capire con quali volumi ci si debba confrontare e per sondare le caratteristiche morfologiche del substrato su cui poggia il ghiacciaio.
Sono stati inoltre rivisti gli scenari di rischio che da tre (possibile crollo di 20 mila, 200 mila e un milione di metri cubi) sono passati a sei (20 mila, 50 mila, 100 mila, 250 mila, 500 mila e 1 milione di metri cubi), ulteriormente ampliati a 11 con i sottoscenari che comprendono le situazioni intermedie «proprio per trovare soluzioni meno impattanti a seconda della situazione» ha sottolineato il sindaco Rota.
Restano invariati i parametri di monitoraggio che fanno scattare l’allerta nel periodo estivo.
I tecnici osservano:
1- variazioni anomale della velocità di scivolamento del ghiacciaio;
2- variazioni anomale del deflusso idrico;
3- variazioni della frequenza dei crolli;
4- eventuale criticità idrogeologica regionale;
5- variazioni anomale del trend delle temperature del periodo.
Dall’analisi dei parametri si stabilisce il livello di rischio -basso, medio, elevato- e si dirama il bollettino con i suggerimenti al Comune sulla base dello scenario di riferimento.
«Dal ghiacciaio può esserci un crollo significativo anche adesso, anche se è una situazione molto rara visto il monitoraggio – conclude Segor -. Siamo in montagna, il rischio zero non esiste».
(erika david)