Corruzione ai piedi del Cervino: chieste 15 condanne, 7 anni e 4 mesi per Chiavazza
Terminata la requisitoria del pm Luca Ceccanti. Il processo ruota intorno a un presunto giro di appalti pubblici addomesticati
Sette anni e 4 mesi. E’ la richiesta di condanna formulata dalla Procura di Aosta nei confronti di Fabio Chiavazza, ex responsabile dell’ufficio tecnico di Valtournenche e principale imputato nel processo scaturito dall’inchiesta Do ut des. Al termine di una requisitoria durata più di 4 ore – iniziata venerdì 21 e conclusa oggi, giovedì 28 -, il pm Luca Ceccanti ha anche chiesto la condanna per gli altri 14 imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Le richieste della Procura
Nei confronti dell’ex presidente della Cervino spa, Federico Maquignaz, l’accusa ha invocato la pena di un anno. Chiesto poi 1 anno e 6 mesi (e 300 euro di multa) per Cristina Camaschella, dipendente del Comune di Valtournenche e sorella dell’allora sindaca.
Per l’ingegnere Corrado Trasino è stata sollecitata la pena a 2 anni e 300 euro di multa. Per i professionisti Stefano Rossi, Rosario Andrea Benincasa di Caravacio e per l’ingegnere Adriano Passalenti, invece, il pm ha chiesto 1 anno e 4 mesi (200 euro di multa) ciascuno. Stessa pena richiesta per Nicolò Bertini dell’impresa Bertini Aosta srl di Issogne, per l’artigiano Stefano Trussardi e per l’architetto Ezio Alliod.
Un anno e 6 mesi (300 euro di multa) invece per l’ingegnere Giuseppe Zinghinì, mentre nei confronti dell’architetto Marco Zavattaro la Procura ha chiesto 4 mesi e un’ammenda da 30 mila euro; stessa pena invocata per Enrico Giovanni Vigna della Ivies, Ivan Voyat della Edilvi costruzioni e Luca Frutaz della Chenevier spa.
L’inchiesta
L’inchiesta dei Carabinieri – iniziata nel 2014 e andata avanti fino al 2018 – si basa un giro di appalti pubblici addomesticati, condito da corruzione, concussione, abuso d’ufficio e abuso edilizio. Al centro delle indagini c’è la figura di Chiavazza, che nel 2018 era anche finito in carcere su ordine del gip del Tribunale di Aosta, per poi tornare in libertà il 10 maggio 2019. Epicentro delle vicende finite al centro delle indagini, il comune di Valtournenche.
I 19 capi di imputazione, frutto di un fascicolo d’indagine di circa 12 mila pagine, vanno – a vario titolo – dalla concussione alla corruzione, dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta, dal falso ideologico all’abuso edilizio sino ai reati tributari.
Il processo
Nel procedimento si sono costituiti parte civile l’Anas, il Comune di Valtournenche e l’impresario Enrico Goglio.
La prossima udienza è stata fissata per il 3 giugno, quando prenderanno la parola gli avvocati delle parti offese. Dopodiché sarà il momento delle arringhe, che andranno in scena il 9, il 14 e il 21 giugno. La sentenza è attesa per il 28 giugno.
(f.d.)