Cinema, Louis Garrel e Luca Marinelli le star di Otto Montagne
Sono l’attore francese e il Diabolik romano gli attori che vestiranno i panni di Bruno e Pietro, protagonisti del romanzo di Cognetti portato al cinema dal belga Van Groeningen
Cinema, Louis Garrel e Luca Marinelli le star di Otto Montagne.
Sono l’attore francese e il Diabolik romano gli attori che vestiranno i panni di Bruno e Pietro, protagonisti del romanzo di Paolo Cognetti portato al cinema dal belga Felix Van Groeningen.
Louis Garrel
Nessuna conferma da parte della produzione, ma entrambi gli attori sono da giorni a Brusson, dove sono stati avvistati.
Le riprese della trasposizione cinematografica del romanzo Le Otto Montagne (Einaudi), vincitore del Premio Strega nel 2017, sono ormai imminenti. Da giorni gli attori sono a Brusson, dove il regista belga (nomination all’Oscar con Alabama Monroe) Felix Van Groeningen si è trasferito da mesi.
Gli attori protagonisti
Luca Marinelli
I protagonisti del romanzo di Paolo Cognetti sono Pietro e Bruno. Cittadino, riflessivo, introverso e voce narrante il primo, montanaro schietto, vitale ed energico, il secondo.
Non si sa chi abbia scelto Van Groeningen tra Garrel e Marinelli per interpretare l’uno e l’altro.
Louis Garrel, figlio del regista Philippe Garrel e di Brigitte Sy, attrice e regista, ha ottenuto il successo con The Dreamers – I sognatori (2003) di Bernardo Bertolucci, è ora al cinema nell’ultima opera di Woody Allen, Rifkin’s Festival.
Luca Marinelli è, tra gli altri ruoli, il Diabolik dei fratelli Manetti, film in parte girato anche a Courmayeur, che uscirà nelle sale a fine anno. Ha vinto il David di Donatello come miglior attore non protagonista per Lo chiamavano Jeeg Robot e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per Martin Eden.
La storia
La famiglia di Pietro vive a Milano e d’estate si sposta a Graines (Grana), a Brusson. Il padre di Pietro è un appassionato alpinista e trasmette al figlio la sua passione per la montagna. A Grana, Pietro conosce Bruno, un ragazzo di una famiglia di allevatori del paese. Tra i due si sviluppa una’intesa e una profonda amicizia anche se nel corso dell’adolescenza ognuno dei due farà la propria vita: Bruno lavorando come allevatore e poi muratore in Valle d’Aosta, Pietro studiando a Milano e trasferendosi poi a Torino, per lavorare nel campo dei documentari.
Pietro tornerà in montagna alla morte del padre che gli lascia in eredità un piccolo terreno con i ruderi di una baita che i due amici, ritrovatisi, ricostruiranno insieme.
Il film
Un grande lavoro corale. La comunità di Brusson si è messa completamente a disposizione del regista belga che sta traducendo in immagini Le otto montagne.
Non una produzione calata dell’alto che si appropria dei luoghi per il tempo necessario alle riprese, trasformandoli in altro, ma un lavoro molto attento alla realtà locale che gli abitanti di Brusson hanno apprezzato e, con orgoglio, cercano di supportare al meglio.
Le riprese inizieranno nei primi giorni di giugno, ma il regista Van Groeningen, è già da tempo a Brusson che ormai conosce bene, e le attività propedeutiche alle riprese proseguono frenetiche.
«È una produzione importante tratta da un romanzo molto conosciuto e che sarà realizzata da un regista apprezzato – riassume il sindaco di Brusson, Danilo Grivon -, siamo molto contenti di questo. Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro operativo durate il quale lo staff ci ha esposto le sue necessità e noi abbiamo dato tutta la disponibilità per supportarlo».
L’amministrazione ha pubblicato un avviso per la ricerca di quattro o sei proprietari di fuoristrada, pick-up o mezzi simili da assumere a giornata o per periodo continuativo a partire dal 3 giugno per due settimane, zona Graines, e da metà luglio a fine agosto zona Palasinaz, rifugio Arp, Lavassey. Si cercano ancora comparse.
Negli stessi periodi, si cercano operai da assumere a giornata o per un periodo continuativo come aiutanti ai vari reparti di produzione e persone disponibili a partecipare al casting come figuranti del film.Gli interessati possono contattare il comune alla mail segreteria@comune.brusson.ao.it o al numero 0125 300132 lasciando nominativo e numero di telefono.
«C’è stata una grande risposta, soprattutto per la parte operativa, e per le comparse abbiamo avuto richieste anche da fuori Valle. La curiosità di fare un’esperienza di questo tipo è tanta» dice il sindaco.
Nel momento clou delle riprese saranno oltre una cinquantina le persone della troupe che soggiorneranno in paese, «tra tecnici e attori, non abbiamo ancora il numero preciso – dice Grivon – sarà un po’ complicato per le sistemazioni alberghieri nel periodo di massimo afflusso turistico».
Al di là delle presenze durante la produzione del film, il sindaco pensa alle ricadute positive che questo porterà quando inizierà a circolare nelle sale, nei festival e in televisione. «Se il film avrà il successo che pensiamo, le immagini di Brusson e della Val d’Ayas faranno il giro del mondo. La montagna è la protagonista assoluta del racconto, questo porterà sicuramente gente a scoprire i luoghi dal vivo».
Dello stesso parere è l’assessora al turismo Roberta Esposito Sommese: «È un film molto sentito a Brusson, siamo tutti orgogliosi perché lo sentiamo nostro, perché si parla di noi. C’è tanta voglia di far venire fuori il bello di Brusson. Questi sono eventi che possono aiutare il senso di comunità e la voglia di visibilità, speriamo che ci aiuti anche nel rilancio della località».
Dal romanzo al cinema
Paolo Cognetti in ‘Sogni di grande nord’ – SamarcandaFilm
A stretto contatto con il regista lavora Paolo Cognetti, autore de Le otto montagne. Nessun timore a lasciare il suo romanzo nelle mani di un altro artista.
«No, non ho paura, sono contento, anzi, perché la cura è estrema. Il regista sta dietro a questo progetto dall’estate del 2019, è già venuto a Brusson varie volte, ha visitato i luoghi in tutte le stagioni, fatto sopralluoghi in tutte le vallate e adesso è qui da settimane e ci rimarrà fino a settembre – racconta -. Sicuramente il film sarà diverso dal libro, ma sono sicuro che sarà di qualità».
L’autore è al lavoro con la produzione per la scelta dei luoghi, la scrittura della sceneggiatura e come tramite con la popolazione, che ormai conosce bene abitando per gran parte dell’anno nella sua baita sopra Brusson. «Sono molto contento perché la comunità è coinvolta oltre che nelle cose più pratiche come portare la troupe su e giù dall’alpeggio, accoglierli per il tampone in farmacia , ospitarli nelle baite, anche nella fase creativa. Quando c’è il problema di trovare una casa fatta in un certo modo, ecco che tutti si fanno in quattro proponendo la loro o quella dell’amico o del parente. Un muratore specializzato, mio vicino di casa, è diventato il consulente tecnico per la scena dove i due protagonisti ricostruiscono la baita, sono molto contento che le persone si sentano coinvolte è davvero un lavoro di comunità».
(erika david)