Tragedia sul Rutor: Philippe Michel condannato anche in Appello
I giudici di secondo grado hanno però ridotto la pena a 4 anni e 6 mesi di reclusione; il gup di Aosta ne aveva inflitti sei e otto mesi
Condanna confermata, ma con riduzione della pena a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Questo il verdetto pronunciato dalla Corte d’Appello nei confronti di Philippe Michel, il 66enne francese unico imputato nel processo relativo alla tragedia sul Rutor. Il 25 gennaio 2019, lo schianto tra un piccolo aereo da turismo (su cui viaggiava l’imputato) e un elicottero dell’eliski causò la morte di sette persone.
Accusato di disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimo, in primo grado Michel era stato condannato a sei anni e otto mesi dal gup del Tribunale di Aosta. Sentenza che era stata appellata dai legali dell’imputato.
L’accusa
Secondo la tesi dell’accusa – sostenuta in primo grado dal pm Carlo Introvigne -, Michel (pur non trovandosi alla guida dell’aereo al momento dello schianto) avrebbe tenuto una condotta negligente e imprudente, «segnatamente sorvolando quale comandante e istruttore di volo di un velivolo francese, partito da Megève con a bordo due allievi, la zona del ghiacciaio Rutor, senza prestare attenzione durante il volo a vista alla presenza di altri velivoli che impegnavano la medesima area».
Accordo stragiudiziale
A seguito di un accordo stragiudiziale, i familiari delle vittime non si sono costituiti parte civile (in primo grado avevano ottenuto una provvisionale di risarcimento complessiva di 5 milioni e 150 mila euro).
Michel è uno dei due sopravvissuti all’incidente; l’altro è Martin Werner, che si trovava sull’elicottero. Nello schianto – ripreso da due go-pro ritrovate nella neve dai tecnici del Sagf – hanno perso la vita l’elicotterista Maurizio Scarpelli, la guida alpina che lo accompagnava nella rotazione Frank Henssler, Christoph Jakob e Sattler Ingrid Jakob, Maximilian Karl Ludwig Schierer, Arnaud Goffin e Bruno Marais.
(f.d.)