Protesta Filiera Somministrazione: «consiglieri regionali, dimezzatevi lo stipendio»
In piazza Chanoux, circa 300 persone hanno partecipato alla protesta organizzata dal gruppo Filiera Somministrazione Valle d'Aosta. La piazza ha invocato le riaperture o, in alternativa, le dimissioni dell'intera classe politica regionale.
Protesta Filiera Somministrazione: «consiglieri regionali, dimezzatevi lo stipendio».
La Filiera Somministrazione si è ritrovata ancora in piazza Chanoux, «perchè questo senso di sfinimento non si risolve – ha detto Nadia Muzzolon, tra le attiviste del gruppo -.
Non facciamo passi avanti, le limitazioni vanno avanti da più di un anno», ma ribadendo che «non c’è rassegnazione, perchè io non voglio arrendermi».
L’albergatore di Cogne Piero Roullet ha esposto alla piazza una provocazione: «saresti disponibili a firmare per referendum abrogativo che cancella le indennità di carica ai consiglieri regionali?».
La proposta è stata accolta da grandi applausi, ma Piero Roullet ha ricordato «i tempi della burocrazia, ora che la proposta possa passare, siamo morti e sepolti» – ha detto -.
Consiglieri dimezzatevi lo stipendio
«Non abbiamo più tempo di aspettare, chiediamo ai consiglieri di dimezzarsi lo stipendio, per solidarietà con chi sta peggio di loro – ha detto Roullet -. Se nel 2020 avessimo guadagnato anche solo la metà del 2019, di certo non saremmo qui».
«Autorità politica inesistente»
Di «protocolli delle località di mare applicati alla montagna» ha parlato il ristoratore di Aosta Jean-Claude Brunet che ha puntato il dito contro la classe politica.
«Abbiamo una Regione che si finge autonoma ma che di autonomo non ha niente, è debole. Abbiamo dei rappresentanti a Roma inesistenti, che già solo per il teatrino con il ministro Boccia avrebbero dovuto dimettersi.
Non vogliamo vivere di accattonaggio – ha concluso Brunet – vogliamo tornare a lavorare e a vivere per davvero».
«Fateci tornare a lavorare»
Sul palco è salito anche il maestro di sci Luca Garbarino: «fateci tornare a lavorare – ha detto – ai politici chiedo di mettersi dall’altra parte e pensare se fossero senza stipendio da 14 mesi.
A me non risulta neppure la proposta per rinunciare a parte dei compensi.
Ribadisco che siamo allo stremo delle forze, oltre alle morti per Covid, piangeremo il disastro economico. Vedo la classe politica scollegata dalla realtà. Chiediamo interventi immediati per risarcire il passato, permetterci di riavviare il presente e guardare al futuro, svolgendo le nostre professioni».
«Dimezzatevi lo stipendio o dimettetevi»
Nadia Griso e Rosanna D’Incau sono salite sul parco in rappresentanza di parrucchiere ed estetiste.
«Portiamo la voce delle partite iva, di coloro che lavorano nei servizi alla persona, che hanno investito, hanno adeguato i protocolli, hanno speso di tasca loro soldi per mascherine, plexiglass ecc… – ha detto Nadia Griso -.
La potenza di fuoco dell’ex premier Conte si è trasformato in un fuoco di paglia.
Sembra che il nostro lavoro non vale; le nostre tasse però valgono eccome.
Ai nostri politici chiediamo di sospendersi lo stipendio oppure di dimettersi».
L’estetista aostana Rosanna D’Incau ha posto l’accento sulla cassa integrazione dei lavoratori dipendenti «che non arriva», mettendo in ginocchio le famiglie.
La solidarietà della dipendente regionale
La dipendente regionale Sandra Bettinelli è salita di nuovo sul palco «per portare la mia solidarietà, anche se avrei voluto qualche altro collega qui al mio posto» – ha detto -.
Bettinelli ha lanciato la proposta di un Fondo di solidarietà da parte degli oltre 4 mila dipendenti pubblici della nostra regione, «sarebbe un bel segnale e un aiuto per esservi vicino, non soltanto a parole».
«Libertà, parola ormai sconosciuta»
Di «libertà di decidere» ha parlato Massimiliano Glarey, titolare di un agriturismo a Cogne -.
«Vorremo avere la libertà di stare a casa, ma anche di vivere, di far scorrere serenamente le nostre vite – ha detto – e invece siamo qui, abbiamo più paura di vivere che di morire.
Mi guardo intorno e vedo il monumento qui dietro, che ricorda il sacrificio di nonni e bisnonni per la libertà, la nostra libertà e oggi invece parliamo di coprifuoco e di pass per le regioni.
Gli italiani andranno in vacanza in Spagna, Grecia e Croazia e noi? Noi vogliamo solo tornare a lavorare».
«Obbedirò alla mia coscienza»
«Sono qui a rappresentare chi dice che chi va in piazza non ha voglia di lavorare – ha commentato Anna Ravizza, guida escursionistica e dipendente stagionale degli impianti di risalita -.
Siamo tutti sulla stessa barca, barca riempita di m…. da incapaci.
I politici devono rappresentarci, altrimenti, anarchia.
Ravizza ha criticato il green pass e ha parlato di libertà, di democrazia e di «persone libere che lavorano».
Spesso la storia la fa chi disubbidisce – spiega -. A me costa disobbedire, perchè mi hanno insegnato a obbedire.
D’ora in avanti io obbedirò solo alla mia coscienza».
«Classe politica incapace»
«Di «classe politica incapace» ha parlato Antoine, pisteur secouriste, che ha ricordato i lavoratori degli impianti, titolari di partita Iva che sono esclusi dalla Naspi, ma ha anche ribadito «il principio di responsabilità, come avviene in montagna, quando si decide di aprire o tenere chiusa una pista in caso di rischio valanga.
Scontiamo l’inefficienza di una classe politica, siamo un Paese dove non c’era un Piano Pandemico».
Nella foto in alto, un momento della manifestazione in piazza Chanoux.
(cinzia timpano)