Da Allein a Londra: Alice, chef alla Locanda Locatelli: «che gioia tornare in cucina»
La giovanissima e talentuosa chef di Allein lavora al ristorante del noto chef e giudice di Masterchef Italia Giorgio Locatelli da un anno e mezzo. Alice Vaccari lavora alla pasta room, addetta alla produzione quotidiana di pasta fresca
Da Allein a Londra: Alice, chef alla Locanda Locatelli: «che gioia tornare in cucina».
La riapertura ha l’odore del finocchietto selvatico, «una montagna direi» e il gusto di un piatto di gnocchi di patate al finocchio selvatico, triglia, pomodoro e olive nere.
Ma ha anche il gusto delle richiestissime linguine all’astice, dei cappellacci di ricotta e asparagi e degli intramontabili tortellini in brodo.
Dopo 4 mesi di lockdown, Londra riapre
Dopo quattro mesi di lockdown e una campagna vaccinale che procede spedita, Londra ha riaperto lunedì 12 aprile e con essa hanno riaperto, all’aperto, bar e ristoranti.
Alice Vaccari, 21 anni da compiere è la giovanissima chef valdostana che da un anno e mezzo lavora a Londra all’esclusiva Locanda Locatelli, nella brigata di chef Giorgio Locatelli, noto sul piccolo schermo per essere, da tre edizioni, giudice di Masterchef Italia.
Alice è arrivata alla Locanda Locatelli attraverso lo stage di 5 settimane organizzato dalla Fondazione Turistica Valle d’Aosta; poi l’assunzione a tempo indeterminato «in un team giovane, coeso, per me, una seconda famiglia».
Prima di approdare nella terra di Albione, Alice ha maturato esperienze al ristorante La Clusaz di Gignod (la primissima esperienza in cucina), al Coeur des Neiges e in alcune pasticcerie mentre durante il periodo degli Studi ha lavorato all’Hôtel La Rocca a Brisighella.
Ha anche maturato alcune esperienze in sala alla Societé, a Pila e al ristorante Atelier, a Francoforte, per imparare il tedesco.
Alice: «che gioia godersi la riapertura e tornare in cucina»
«Gioia.
E’ il sentimento prevalente in questi giorni frenetici – spiega al telefono la talentuosa chef originaria di Allein -.
E’ davvero una gioia godersi questa riapertura, rivedere i clienti ai tavoli, sedersi a un tavolino per due chiacchiere e un caffè e soprattutto tornare in cucina».
La Locanda Locatelli ha chiuso per la prima volta nel marzo 2020 per riaprire il 4 luglio; qualche settimana a singhiozzo a novembre poi, dal 15 dicembre lockdown fino a lunedì scorso.
«Per il momento è ammesso il servizio esclusivamente ai tavoli all’aperto – spiega Alice – dal 17 maggio, con le dovute cautele si potranno riaprire anche le sale al chiuso e dal 21 giugno dovrebbero essere sollevate le principali restrizioni Covid».
«E’ stato un inverno decisamente duro – spiega – diciamo che il meteo londinese non fa sconti e stare tappati in casa è stato psicologicamente difficile, molto più rispetto al primo lockdown di primavera.
Mi reputo fortunata a trovarmi qui a Londra, il lavoro è ben tutelato e il sistema di sostegno al reddito dei lavoratori è molto valido e puntuale.
Inoltre abito in centro, posso andare al lavoro in bicicletta e devo dire che rispetto a quando abitavo a un’ora di tube (metropolitana di Londra, ndr) da qui, è un bel cambiamento. In questo senso penso a casa mia ad Allein, quando per trovare il primo supermercato dovevo percorrere 17 km; adesso, nonostante mi trovi in una città con 9 milioni di abitanti, ne ho uno a due passi da casa».
Alice alla Locanda Locatelli, addetta alla pasta room
Alla Locanda Locatelli, Alice lavora alla pasta room, addetta alla produzione di pasta fresca.
«In questo, l’esperienza maturata in Emilia Romagna è stata una perfetta alleata -.
Qui alla Locanda ho seguito il mio percorso, progredendo nella gerarchia studiata sui libri all’Ipra di Châtillon : mi sono occupata per un periodo di pasticceria, poi sono stata spostata agli antipasti e adesso la pasta».
Il ritorno in cucina
«In tempi normali, in cucina siamo in 17; da lunedì (12 aprile, ndr) abbiamo ripreso a ranghi ridotti, siamo in 8 e il ristorante è chiuso due giorni alla settimana – spiega Alice -.
Siamo tutti italiani, tutti giovani, tra 20 e 40 anni.
La riapertura dopo i lunghi mesi del confinamento è stata speciale … davanti a una montagna di finocchietto selvatico da pulire – scherza la giovane chef -.
Ogni giorno, si va in cucina con la ‘to do list’ (la lista delle cose da fare, ndr) dal giorno prima; ogni giorno arrivano i prodotti freschi; le preparazioni sono tutte espresse, secondo un menu stabilito e con un’attenzione certosina agli sprechi.
Prima del servizio facciamo un briefing, poi si cucina!»
Londra, che sorpresa
«Lo scetticismo iniziale per un ristorante italiano a Londra si è polverizzato in un attimo.
Si tratta di un’esperienza arricchente, la ricerca di ingredienti di qualità, le preparazioni, il team, tutto è dinamico.
E’ come questa città, sempre in movimento, un viaggio continuo, dove le culture non sono mai prevaricanti, ma anzi dove nasce un confronto vivace e stimolante – spiega Alice -.
E poi a Londra, i prodotti italiani buoni si trovano eccome, certo, costano molto ma ci sono.
Senza contare che ci sono ottimi ristoranti italiani; vicino casa ho trovato due pizzerie napoletane fantastiche».
Londra è anche un concentrato di culture culinarie…
«Sì ma la cucina italiana non ha eguali: la semplicità degli ingredienti, la loro combinazione e la qualità non temono confronti. Non ho dubbi: la cucina mediterranea resta la mia preferita».
Alice e il futuro
Londra è per Alice un punto di partenza, il futuro è tutto da disegnare.
«Sono felice della mia scelta e sono felice di essere qui.
Sono residente qui e ho il permesso di soggiorno per cinque anni, rinnovabile, per ragioni di lavoro.
Il futuro? Per il momento non credo di voler aprire un ristorante tutto mio; non vorrei fermarmi, mi piace viaggiare, adoro i cambiamenti.
Non escludo l’Università, qui a Londra ci sono corsi specifici molto interessanti in tema di Food & Beverage & Hospitality, ma bisogna fare bene i conti con il lavoro frenetico e gli orari difficili di un ristorante.
A me piace studiare, è proprio lo studio ad avermi fatto appassionare, ad aver suscitato in me una vera e propria brama di lavorare. Food & Beverage e hospitality sono secondo me terapeutici, sono un dono, un regalo perfetto e poter contribuire al benessere altrui mi fa sorridere, mi rende davvero felice».
Nella foto in alto, Alice Vaccari con Chicco Pellegrino e Gabriele Armani, durante la festa privata organizzata dal campione del fondo a Skyway.
(cinzia timpano)