Fipe-Confcommercio: poca chiarezza su contagi e chiusure, Governo cambi passo
Commercianti, esercenti, ambulanti e gestori di bar e ristoranti esausti per il prolungamento delle chiusure delle attività
“Pretendiamo di sapere dalla Regione le cause che portano ad un livello di contagio ancora così alto e, come richiesto più volte, a quale categoria appartengano i soggetti positivi”. Lo chiede Fipe-Confcommercio Valle d’Aosta, esasperata “da un mese di chiusura forzata” delle attività, perché la Valle d’Aosta è in zona rossa.
Il malcontento, al limite della protesta, è legato alle difficoltà che commercianti, esercenti, ambulanti, ristoratori e gli operatori del terziario attraversano anche a causa della pandemia e “amplificata dalla poca chiarezza del Governo regionale”.
“Il resto d’Italia – sottolinea Graziano Dominidiato, presidente Fipe-Confcommercio VdA – il 26 aprile apre mentre la Valle d’Aosta, non si ha alcuna certezza di che colore sarà, è certo comunque che in fatto di contagi è la peggiore in assoluto e non si capisce la motivazione. E’ evidente che questa grave situazione non è imputabile ai settori che rappresentiamo. Necessitiamo di risposte chiare e certe da una classe politica che pare non capire che le scadenze mensili sono un vincolo al quale dobbiamo fare fronte puntualmente”.
Fipe-Confcommercio ricorda che “i pubblici esercizi sono chiusi da quasi due mesi con la sola possibilità dell’asporto o consegna a casa; da quasi sei mesi la ristorazione dopo le 18 è bandita; nei piccoli esercizi commerciali solo con le serrande abbassate da ormai quasi un mese. In tutto questo lasso di tempo non ci è stato consentito di avviare un confronto vero con la Giunta regionale. Se non vengono affrontati i temi specifici, il rischio che la categoria assuma azioni di protesta spontanea è fortemente presente e le avvisaglie sono più che evidenti viste le numerose occupazioni di piazza e solo la miopia politica non le vede”.
Cena all’aperto in montagna?
“Continuando così, la zona gialla verrà raggiunta non prima di metà maggio, oltretutto si potrà pranzare o cenare al ristorante ma solo nei déhors – prosegue Dominidiato -. Questo provvedimento nazionale è totalmente inapplicabile per tutte le attività prive di superfici esterne, ma soprattutto chi ci governa si rende conto che nei paesi montani è improponibile cenare all’aperto a maggio?”
La richiesta
“Chiediamo che il presidente della Regione intervenga in merito alle aperture dei déhors nella prossima ordinanza, adattando questa misura nazionale al contesto della nostra Regione – prosegue Fipe-Confcomemrcio -. Rappresentiamo un settore importantissimo per il Pil della Valle d’Aosta e che necessita assolutamente di lavorare. Finora siamo stati ligi alle regole, rispettosi delle istituzioni e dei ruoli, ma ora la misura è colma”.
Cambio di passo
Fipe-Confcommercio chiede al Governo regionale “un cambio di passo. Siamo esausti nel leggere ordinanze di chiusura e di limitazione alle nostre attività, crediamo sia giunto il momento da parte della Giunta regionale e del presidente Lavevaz di assumersi le responsabilità, perché la nostra categoria ha il diritto di tornare se non alla vita di prima, ma almeno di sopravvivere con dignità”.
(re.aostanews.it)