Vaccini anti Covid, il direttore Pescarmona: perché in Valle non ci sono furbetti
Il direttore generale dell'Azienda Usl della Valle d'Aosta ha chiarito l'equivoco sulla voce "altro" delle somministrazioni
“Nessun furbetto del vaccino in Valle d’Aosta”. Lo assicura il direttore generale dell’Azienda Usl, Angelo Pescarmona il quale spiega “l’anomalia” della voce “altro” che ha sollevato dubbi nei giorni scorsi, attirando l’attenzione della Commissione antimafia con tanto di denuncia del Codacons.
Voce “altro” che a oggi per la Valle d’Aosta si traduce in circa 9.600 somministrazioni.
Pescarmona, in conferenza stampa questa mattina, 12 aprile, con l’assessore alla Sanità, Roberto Barmasse ha voluto “dare chiarimenti per sgomberare il campo da qualsiasi equivoco”.
L’anomalia della voce “altro”
“Siamo tra le regioni in cui la voce “altro” è più marcata – ammette Pescarmona -. Ma c’è una spiegazione: la vaccinazione in Valle è partita il 27 dicembre scorso con vaccino Pfizer, poi sono arrivati quelli AstraZeneca e Moderna. Le categorie di soggetti a cui somministrare le dosi sono 7 (vanno dagli ultra ottantenni alle forze dell’ordine, ndr); AstraZeneca doveva essere esclusivamente somministrato inizialmente nella fascia di età 18-55 anni, ovvero una fascia non rientrante nelle 7 e, pertanto, classificata come “altro”.
Delle circa 5.500 dosi di AstraZeneca somministrate, oltre 3.500 sono state inoculate a soggetti rientranti nella fascia 18-55 anni, quindi “altro”.
Per quanto riguarda Pfizer, la Valle d’Aosta – prima in Italia – ha deciso di stratificare la popolazione in base alla fragilità dei soggetti. Il 12 marzo il commissario straordinario, generale Figliuolo, ha invitato a procedere a livello nazionale secondo la fragilità: in pratica la stessa scelta che la Valle d’Aosta aveva fatto a monte.
I soggetti fragili valdostani – anch’essi classificati come “altro” perché non rientranti nelle 7 categorie – sono circa 6.000.
Consegna vaccini
“Alla Valle d’Aosta è stato consegnato il 25% di vaccini rispetto alla popolazione – comunica Pescarmona -. In altre regioni il 30%. Non solo, di questi vaccini, il 28% è stato di AstraZeneca, percentuale superiore alla media nazionale”.
Entro fine aprile sono attese 13 mila dosi di vaccino Pfizer. “E grazie a questo quantitativo, entro fine apriel concluderemo la vaccinazione degli ultraottantenni”, promette Pescarmona.
Rinunce
Circa il 10% dei valdostani ha rifiutato il vaccino Pfizer (opzione di diniego); il 40% per quanto riguarda AstraZeneca. Il servizio Infovaccini si è attivato per sostituire i cittadini che hanno fatto il passo indietro.
(lu.me.)