Massaggio infantile: il tocco buono, un messaggio d’amore
Dopo aver parlato di massaggio infantili, l'esperta di massaggio infantile e operatrice olistica Serena De Pascalis ci parla del tocco buono
Massaggio infantile: il tocco buono, un messaggio d’amore.
Oggi vorrei parlarvi del tocco buono.
Non posso parlare però di tocco buono, senza citare la fondatrice dell’IAIM (International Association of Infant Massage), che dal lontano 1977, ci parla di cura e amore attraverso il contatto, attraverso il massaggio.
Il massaggio è conosciuto ed utilizzato in molte culture e da molto tempo prima di noi occidentali.
Non c’è da sorprendersi infatti che tutto nasca proprio dalla visione di un gesto semplice e quotidiano: quello del massaggio di un bambino da parte della sua mamma, nella lontana India, povera e sconfinata.
Vimala ha colto il significato profondo dietro quei semplici gesti, ricchi di amorevolezza, di rispetto e capaci di farlo crescere conscio dell’affetto della sua mamma.
Ha sempre lottato affinché il massaggio avvenisse attraverso un tocco buono, di assoluto rispetto.
Per questo, durante i corsi, l’insegnante mostra ai genitori la sequenza su una bambola, affinché non si precluda la possibilità di migliorare la relazione profonda ed intima che si instaura tra genitore e bambino, ma anche la conoscenza che il bimbo acquisisce attraverso quei gesti e che gli permetterà di distinguerli da altri, più intrusivi e spiacevoli.
Ancora oggi si studia e si parla di tocco, alla luce soprattutto degli avvenimenti pandemici che hanno coinvolto l’umanità, ma il tocco è, ed è sempre stato, lo strumento più importante per sviluppare le relazioni umane.
L’uomo si relaziona con l’altro attraverso il tocco, non può farne a meno.
Ne ha bisogno come la luce, come il cibo e l’acqua.
Morirebbe se non lo avesse.
E’ il cibo che nutre, sviluppa e mantiene il proprio ben-essere.
Tutte le stimolazioni che raggiungono i nostri sensi, sono necessarie per il mantenimento di un adeguato equilibrio psicologico.
La presenza o l’assenza del tocco, gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino, ma anche la sua qualità.
Il tocco è il primo modo che ha il neonato di conoscere l’ambiente circostante, di ricevere informazioni dall’esterno e, di conseguenza, di essere consapevole dell’altro e di se stessi.
A differenza di altri, il senso del tatto è mediato dalla pelle, che ricopre tutto il corpo, e quindi è il senso più vasto e importante, prima ancora della vista e dell’udito.
Non a caso, la pratica dello skin-to-skin subito dopo la nascita, permette al neonato di ritrovare le sensazioni positive appena lasciate, dell’utero materno e di diminuire lo stress psico-fisico causato dalla nascita.
Non possiamo toccare senza essere toccati.
Non c’è verità più scontata.
Le ultime ricerche sul tocco affettivo, infatti, ci mostrano che, non solo riceviamo piacere ad essere toccati, nella maggior parte dei casi, ma siamo forniti della capacità di percepire piacere anche quanto tocchiamo un’altra persona in modo affettivo.
La carezza, nel linguaggio comune, ha il significato di contatto fisico diretto, quello stesso contatto fisico di cui siamo privati in questo tempo sospeso.
Assume allora un aspetto più rilevante il suo significato metaforico: un complimento gradito può essere una carezza, uno sguardo affettivo; diviene carezza la parola che viene detta ed il sorriso che ci viene fatto.
Si valorizzano cioè tutti gli altri aspetti, ma non potrà mai mancare il tocco fisico affettivo.
Il tocco che nutre è portatore di un’attenzione speciale, di rispetto e di amore per noi stessi e per l’altro; quando questo aspetto viene trascurato, perdiamo qualcosa della nostra personale felicità.
Massaggio al bambino, messaggio d’amore – Vimala Mc Clure
Dalla testa alle mani: l’importanza del tatto affettivo nel legame madre-bambino – Dott.ssa Roberta Rubbino Le carezze come nutrimento – Giacomo Magrograssi
(Serena De Pascalis)