Covid, Valle d’Aosta: controlli intesificati e posti di blocco a Pont-Saint-Martin
Massima attenzione da parte delle Forze dell'ordine soprattutto nei weekend in virtù del divieto di raggiungere le seconde case
Controlli intensificati, soprattutto nei fine settimana. Questo il motivo per cui già oggi, venerdì 19 marzo, a Pont-Saint-Martin, le Forze dell’ordine hanno predisposto un posto di blocco sulla Statale 26. Previsti controlli anche in autostrada (A5), mentre al Gran San Bernardo e al Monte Bianco vengono bloccati e controllati a campione i veicoli che entrano in Italia.
«Abbiamo predisposto controlli incisivi sugli ingressi – spiega il questore Ivo Morelli -. L’attività sarà intensificata soprattutto nei weekend anche in virtù dell’ordinanza regionale che vieta l’accesso in Valle d’Aosta per raggiungere le seconde case. Chiaramente può entrare chi si sposta per motivi di lavoro, salute e necessità. Però spero che in questo secondo “lockdown” sia sempre meno necessario fare controlli, perché questo significherebbe una maggiore consapevolezza da parte di tutti. I proprietari delle seconde case devono capire che la Regione non ce l’ha con loro, ma in questo momento difficile è necessario tutelare l’unico ospedale presente in Valle d’Aosta ed evitare gli spostamenti non necessari».
Secondo quanto annuncia il questore, anche in previsione di Pasqua i controlli sugli ingressi in Valle d’Aosta saranno intensificati. «E’ un momento difficile – torna a dire Morelli -, quindi serve consapevolezza da parte di tutti».
Code in strada
Le code che si sono formate in strada a Pont-Saint-Martin per i controlli hanno però fatto storcere il naso ad alcuni imprenditori le cui attività si affacciano sulla Statale. Tra questi c’è Giuseppe Stanca, titolare e amministratore della SGF supermercati, proprietario del Conad di Pont-Saint-Martin. Tuona: «Non capisco perché devono sempre farlo lì il posto di blocco. Se vogliono controllare devono farlo al confine Carema. Così danneggiamento i punti vendita, e in questa zona ce ne sono tre di generi alimentari. Il posto di blocco è 500 o 600 metri dopo il confine, quindi anche chi è di Ponte viene controllato se deve passare di là. Ricordo che in Valle d’Aosta è permessa la circolazione tra i comuni, pertanto è inconcepibile che con il posto di blocco abbiano diviso il paese in due, fermando addirittura i veicoli che viaggiano verso Sud».
Sulla questione, il questore taglia corto: «Si tratta di un falso problema. Parliamo di attività che sono rimaste sempre aperte, mentre c’è qualcuno che si ritrova nuovamente chiuso. Con i posti di blocco non impediamo mai l’accesso alle strutture negoziali. In questo momento penso che sia necessario fare squadra, senza inseguire interessi singoli».
(f.d.)