‘ndrangheta e voto di scambio in Valle d’Aosta, chiusa Egomnia: 8 indagati
In queste ore la DDA di Torino sta notificando gli avvisi di conclusione indagini; tra gli indagati tre ex presidenti della Regione
‘ndrangheta e voto di scambio in Valle d’Aosta, chiusa Egomnia: 8 indagati.
Indagini chiuse. La DDA di Torino sta notificando in queste ore gli avvisi di conclusione indagini in relazione all’inchiesta Egomnia sul presunto condizionamento delle elezioni regionali del 2018 da parte della ‘ndrangheta. Sono indagati gli ex presidenti della Regione Renzo Testolin (attuale consigliere regionale) e Antonio Fosson. Con loro ci sono gli ex assessori Stefano Borrello e Laurent Vierin (già presidente della Regione) e l’ex consigliere regionale Luca Bianchi. Ma anche il ristoratore Antonio Raso, l’operaio Roberto Alex Di Donato e il dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino, tutti e tre già condannati in primo grado nel processo Geenna per associazione mafiosa.
L’accusa è per tutti scambio elettorale politico mafioso.
Fosson, Borrello, Viérin e Bianchi si erano dimessi nel dicembre 2019 dopo aver ricevuto un’avviso di garanzia. Discorso diverso per Testolin. L’esponente Uv era diventato presidente della Regione proprio dopo le dimissioni di Fosson, rimanendo fuori dall’inchiesta fino a quando, contestualmente al deposito delle motivazioni della sentenza Geenna, il Tribunale di Aosta aveva invitato la DDA di Torino a valutare a suo carico eventuali profili riconducibili al concorso esterno.
Tutti i politici coinvolti hanno sempre respinto ogni accusa.
Raso, Giachino e Di Donato si trovano in carcere dal gennaio 2019, quando era scattato il blitz dei Carabinieri relativo all’operazione Geenna.
L’inchiesta
L’inchiesta dei Carabinieri – coordinati dai pm Valerio Longi e Stefano Castellani – ruota intorno al presunto condizionamento delle elezioni regionali del 2018 da parte del Locale di ‘ndrangheta aostano, la cui esistenza è stata certificata da due sentenze di primo grado nel processo Geenna.
L’attuale consigliere regionale ed ex presidente della Regione Renzo Testolin è accusato di aver accettato da Giachino e Di Donato, definiti nelle carte come «esponenti dell’articolazione delocalizzata della ‘ndrangheta», la promessa di procurare voti in occasione delle elezioni regionali del 2018. In cambio, sempre secondo l’accusa, il politico avrebbe promesso di agevolarli nei rapporti con l’attività amministrativa della Regione, «con particolare riguardo alla soluzione dei problemi legati all’esecuzione di appalti e lavori nel settore dell’edilizia privata, all’ottenimento di lavori pubblici per ditte e società riconducibili ad appartenenti» al Locale o «a persone a essi vicine».
Anche l’ex presidente (ed ex assessore) Laurent Viérin è finito nelle indagini per i suoi rapporti con Roberto Di Donato e Giachino. All’ex esponente di punta dell’Uvp, infatti, viene contestato lo stesso “patto” di cui è accusato Testolin.
Il nome del ristoratore aostano Antonio Raso (presunta figura di spicco del Locale), invece, spunta in relazione ai suo rapporti con l’ex capogruppo dell’Uv in Consiglio regionale Luca Bianchi, con l’ex assessore Stefano Borrello e con l’ex presidente della Regione Antonio Fosson. Partendo proprio da quest’ultimo, la DDA ritiene che l’ex senatore avrebbe accettato da Raso «la promessa di procurare voti in occasione delle regionali (..) in cambio della promessa dell’erogazione di altra utilità e, in particolare, della promessa di agevolarli nei rapporti con l’attività amministrativa della Regione».
E oltre a Raso, per i pm torinesi anche Giachino gestiva pacchetti di voti del Locale. A Bianchi e Borrello, infatti, viene contestato di aver stretto “accordi” elettorali proprio con il dipendente del Casinò e Raso. Il tutto, sempre in cambio della «promessa dell’erogazione di altra utilità».
(federico donato)