L’8 marzo non è una festa, è una giornata di protesta: Aosta, flashmob di “Non una di meno”
In piazza Arco d'Augusto iniziativa del neo movimento per il diritto a vivere e contro le discriminazioni delle donne
“L’8 marzo non è una festa, è una giornata di protesta!“. E’ chiaro il messaggio lanciato dal neonato movimento “Non una di meno” nella Giornata per i diritti delle donne. Un approccio diverso, con «azioni e riflessioni alternative alle stanche, e ormai con tutta evidenza, inutili celebrazioni di una giornata internazionale della donna vissuta come innocua liturgia autoassolutoria», dicono le attiviste.
Giovanissime e meno giovani si sono così trovate in piazza Arco d’Augusto questo pomeriggio, 8 marzo, per un flashmob che ha concluso la tre giorni di iniziative volute dal nuovo movimento. Presenti, tra le altre, l’editrice Viviana Rosi (End Edizioni) e la scrittrice Stephania Giacobone. Canzoni e letture che fanno riflettere sulla condizione delle donne e delle persone LGBTIQ* , vittime ancora oggi di continue e inaccettabili violenze e discriminazioni.
Femminicidio
Una a una le ha ricordate il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le 11 donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno. La stessa cosa hanno fatto due giovanissime questo pomeriggio esponendo un cartello: nome e cognome delle donne vittime dell’ignobile violenza di uomini che le hanno private del diritto di vivere la loro vita.
Non una di meno
«Le rivendicazioni di Nudm sono frutto di processi partecipati di analisi della violenza fisica, sessuale, psicologica sulle donne che non può considerarsi emergenziale, ma è la conseguenza del modello patriarcale sul quale si è costruito e si perpetua il nostro mondo» spiega “Non una di meno”.
«Da queste analisi nascono pratiche di lotta che si estendono e intersecano rivendicazioni delle persone LGBTIQ*, delle e dei migranti, di chi è sfruttato e oppresso, di chi non accetta la devastazione ambientale ed ecosistemica».
In Valle d’Aosta le iniziative di Non una di meno sono sempre state sostenute dall’associazione Dora, Donne in Valle d’Aosta, ma da qualche tempo si era sentita la necessità di costituire un vero e proprio nodo territoriale anche in questa regione. Per questo, proprio alla vigilia dell’8 marzo e del nuovo sciopero globale femminista e transfemminista, un collettivo di donne ha deciso di dare vita alla costola valdostana del movimento mondiale. proponendo «azioni e riflessioni alternative alle stanche, e ormai con tutta evidenza, inutili celebrazioni di una giornata internazionale della donna vissuta come innocua liturgia autoassolutoria».
Sulla pagina Facebook il collettivo sta pubblicando alcuni video che spiegano gli obiettivi del movimento.
Il “manifesto”
«Vogliamo condividere saperi ed esperienze e costruire insieme pratiche di lotta:
• contro la violenza maschile sulle donne: dall’inizio del 2021 sono stati 11 i femminicidi in Italia, in 53 giorni, 73 nel 2020 con un incremento, nei mesi del lockdown, di 1300 richieste, rispetto ai contatti usuali, ai centri antiviolenza della rete nazionale D.i.Re.;
• per un aborto libero, sicuro e gratuito: il 69% del personale medico in Italia è obiettore di coscienza;
• contro la precarietà e lo sfruttamento del lavoro: nel mese di dicembre 101 mila persone hanno perso il lavoro, di queste 99 mila sono donne;
• per uscire dalle logiche del lavoro di cura come appannaggio esclusivo delle donne e al più “conciliabile”: sommando lavoro produttivo e riproduttivo una donna su due ha un carico di lavoro settimanale di oltre 60 ore».
(l.m.)