Home food: la cucina di casa, luogo di lavoro per Katia
Katia Desandré ha fatto della propria passione un lavoro, aprendo un'impresa alimentare domestica. E' la prima in Valle a occuparsi di home food (non home restaurant).
Home food: la cucina di casa, luogo di lavoro per Katia.
La cucina di casa intesa come la cucina della nonna con i suoi sapori genuini, i prodotti del territorio, dell’orto domestico, senza conservanti, buoni e sani.
Ma anche la cucina di casa di Katia Desandré – 43 anni e due figli adulti, Jasmine e René – nella sua casa di Sarre, dove dal 2 ottobre dello scorso anno, forno, spianatoia, un banco in acciaio, attrezzi vari, contenitori e un frigorifero sono gli strumenti del suo nuovo lavoro.
Un lavoro di Home Food, come recita il suo logo, e che in italiano corrisponde alla sigla IAD., ovvero impresa alimentare domestica, una microimpresa che opera nel settore alimentare, forse l’unica in Valle d’Aosta, per la quale occorre avere una partita Iva e l’Haccp, essere in regola insomma con la normativa dal punto di vista fiscale e burocratico e igienico-sanitario.
Con la IAD, nella cucina di casa propria, si possono preparare prodotti alimentari di vario tipo, dai dolci alle conserve, alla pasta fresca e alimenti pronti da rivendere a privati o anche ad altre aziende.
Katia: la cucina di casa, luogo di lavoro
«Sono sempre stata una buona forchetta e una grande appassionata di cucina, da ragazza ho fatto tanti lavori, dalla lavapiatti all’aiuto cuoca per poi occupami di altro – spiega Katia -.
Ho avuto per diverso tempo un negozio di scarpe ad Aosta, per poi iniziare a collaborare con alcune pasticcerie.
Nel 2019 ho frequentato un corso a Milano di modelling in pasta di zucchero per poter fare le figure tridimensionali con questo materiale molto richiesto per le torte».
Ed proprio al corso di modelling che alcune compagne di corso le hanno parlato dell’home food.
«Mi sono informata, ero un po’ diffidente, ma il mio commercialista mi consigliata, seguita e aiutata nella concretizzazione dell’idea e fino alla nascita della mia attività.
Sono solo tre mesi e poco più è vero, ma sono davvero contenta di come sta andando; tra Natale e Capodanno sono stata sommersa dagli ordini. Ad alcune persone ho anche dovuto dire di no perché non sarei riuscita a soddisfarle».
Un delirio culinario, quello natalizio che Katia ha affrontato con organizzazione, professionalità e levatacce mattutine e grazie anche alla collaborazione dei due uomini di casa – marito e figlio – che hanno gestito le incombenze casalinghe mentre Katia sfornava biscotti e dolci.
«Non ho fatto una vera e promozione alla mia attività, un po’ di passaparola, veicolo che ha funzionato bene, e poi ho aperto una pagina Facebook consigliata da mio figlio, dove posto i piatti che preparo a tema, la pasta fresca disponibile, e devo dire che appena posto qualcosa ricevo subito molte telefonate per le ordinazioni – spiega Katia -.
A volte mi capita di soddisfare richieste specifiche, ma preferisco fare proposte a tema – precisa Lady Kitchen – così da poter organizzare il lavoro.
Per esempio propongo un piatto, un sugo, una pasta fresca per un giorno specifico della settimana preventivando le porzioni massime che posso realisticamente preparare, dopodiché, finiti gli ordini massimi ricevibili, passo ad altro».
Amo fare sia i piatti dolci che salati, mi piace provare a fare cose nuove, sperimentare, sbagliando anche ma sono
contenta che la mia passione sia diventata il mio lavoro, i miei famigliari sono i miei primi assaggiatori, le mie cavie, e finora mi sembrano soddisfatti».
Una volta fatto l’ordine il cliente può ritirare le sue porzioni direttamente a Sarre, sia che la preparazione possa essere consumata appena rientrati a casa oppure che richieda un passaggio ai fornelli o al forno; in alcuni casi Katia fa anche la consegna a domicilio.
Home food: il cliente tipo
«I clienti che più spesso mi contattano hanno dai 25 anni in su con famiglia, lavorano e non hanno tempo di stare in cucina – racconta ancora Lady Kitchen, che vuole una cucina di casa, come una volta, naturale senza conservanti.
Molte clienti mi chiedono cosa utilizzo perché i miei prodotti hanno un sapore buono e genuino.
Non uso il dado e di questo molte si stupiscono, uso prodotti di stagione e per quello che riguarda le verdure uso i prodotti del mio orto, ho anche la partita iva agricola.
Se non ho io il prodotto fresco mi rivolgo a produttori locali che conosco».
Il futuro?
«Intanto vorrei consolidare l’attività, andare avanti, farmi conoscere e crescere professionalmente poi magari chissà, con spazi più grandi…».
Per saperne di più, pagina FB Lady-kitchen Home food.
Cos’è l’home food, l’impresa alimentare domestica
Una IAD o Impresa Alimentare Domestica è un’attività regolarmente registrata con la particolarità che l’attività si svolge tra le mura domestiche.
In Italia non esiste una regolamentazione specifica per la IAD e quindi ci si affida al Regolamento Europeo 852/04 dove si parla di micro impresa alimentare domestica.
Alcune regioni come Abruzzo, Puglia e Piemonte hanno adottato delle linee guida in cui l’‘home food’ (da non confondere con ‘home restaurant’), viene definito e regolamentato.
Una IAD è una microimpresa domestica che opera nel settore alimentare.
Occorre seguire precise norme, soprattutto in fatto di igiene, ed effettuare le pratiche necessarie per aprire la Partita Iva, registrarsi alla Camera di Commercio e aprire le posizioni Inps e Inail, per svolgere l’attività in regola dal punto di vista fiscale e burocratico.
È essenziale che la cucina sia a norma (in fatto di organizzazione degli spazi, attrezzature, ecc.) ed è necessaria l’autorizzazione dell’azienda Usl.
Un corso sulle norme Haccp (che garantiscono la salubrità degli alimenti, basandosi sulla prevenzione e non sull’analisi del prodotto finito, ndr) è la base per operare in ambito alimentare.
A parte gli alcolici (per i quali serve una licenza a parte), è possibile produrre ogni genere di alimento: dolci e torte; catering completi, prodotti tipici, alimenti pronti come la pasta al forno o pollo arrosto, conserve e confetture e anche bevande non alcoliche come succhi e tisane.
(simonetta padalino)