La Valle d’Aosta resta in zona gialla per un soffio
Manca ancora la comunicazione formale, ma sfuma la zona bianca per la Valle d'Aosta; attualmente l'indice Rt è di 0,92
La Valle d’Aosta resta in zona gialla per un soffio.
Manca ancora la comunicazione formale, ma sfuma la zona bianca per la nostra regione.
Si attende l’ordinanza del ministro Speranza che tradurrà i dati del Monitoraggio dell’Istituto superiore della sanità, ma dai numeri emersi si evidenzia l’impossibilità per la Valle d’Aosta di entrare finalmente in zona bianca nonostante un trend positivo dei dati sul contagio.
Dagli indicatori del monitoraggio della settimana dall’8 al 14 febbraio emerge che il profilo della Valle d’Aosta risale da “basso” a “moderato” escludendo la fascia bianca.
Attualmente l’indice Rt della Valle d’Aosta è di 0,92.
Ora si dovrà ricominciare da capo, mantenendo per tre settimane consecutivo un profilo di rischio minore e un’incidenza di contagi inferiore a 50 casi ogni 100mila in una settimana, numero leggermente salito sopra a quota 50,39.
Il contagio a livello nazionale
Il Monitoraggio indica come l’incidenza a livello nazionale «è in lieve aumento e l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,95– 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l’uno».
«Una Regione (Umbria) ha un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Sono 12 (vs 10 la settimana precedente) le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio moderato -(tra le quali , appunto la Valle d’Aosta)-, di cui sei ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e otto con rischio basso».
«Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui nove anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Si confermano per la terza settimana segnali di tendenza ad un graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica che richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione».
L’Istituto superiore della sanità ricorda come «Un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19 in area critica»
E ribadisce quindi «alla luce della conferma della circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. Analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, si raccomanda il rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale».
(re.aostanews.it)