Aosta: Palaindoor requisito, sarà centro vaccinale anti-Covid. Infuria la polemica degli sportivi
E dire che la settimana scorsa il Consiglio regionale aveva votato all'unanimità una risoluzione a sostegno dell'attività sportiva
Il Palaindoor di regione Tzamberlet ad Aosta diventerà il quartier generale della campagna vaccinale anti Covid. Lo ha anticipato Gazzetta Matin in edicola oggi, lunedì primo febbraio. La notizia è confermnata dall’assessore regionale alla Sanità, Roberto Barmasse.
Le associazioni sportive hanno appreso dall’azienda romana Sport e Salute che la struttura chiuderà i battenti il 5 febbraio e sono in subbuglio.
Barmasse: impianto più idoneo
Fa astrazione dalle proteste Barmasse: «La Protezione civile ha ritenuto il Palaindoor la struttura più idonea per la campagna vaccinale su larga scala anche per il fatto che è dotata di molti parcheggi ed è alla periferia della città».
Sulla data di requisizione del fabbricato del 5 febbraio Barmasse non ha certezze, ma non lo esclude. «Gli aspetti logistici sono demandati all’azienda sanitaria Usl e alla Protezione civile».
Per l’utilizzo dell’edificio l’Usl dovrà siglare un accordo con il Comune di Aosta che ne è proprietario. Non vi è una data certa per la partenza delle vaccinazioni di massa. Spiega Barmasse: «Restano le incertezze sulle forniture ma non possiamo trovarci impreparati».
Le dosi settimanali destinate alla Valle d’Aosta rimango 1.170 flaconi di Pfizer, qualche centinaio di Moderna. «Arriveranno anche i vaccini AstraZeneca ma non sappiamo quando» conclude Barmasse.
La protesta del mondo dello sport
Il mondo dello sport«Mondo dello sport in castigo». È il pensiero unico e inconsolabile che emerge dal Coni e da tutte le federazioni coinvolte e lasciate a piedi dalla chiusura del Palaindoor.
È furibondo il presidente del Coni Valle d’Aosta, Piero Marchiando. «È arrivata, totalmente a sorpresa, la comunicazione da Sport&Salute che spiegava come dopo la proroga dell’apertura al 31 marzo, era arrivata la decisione di chiudere tutto a partire dal 5 febbraio – rivela Marchiando -. Il risultato? Il mondo dello sport non può più fare attività, chiudiamo tutto».
Le parole di Marchiando sono amare. «Negli ultimi giorni c’erano state diverse interlocuzioni, si era parlato di consentire a tennis, atletica e arrampicata di proseguire le attività, vista la presenza di accessi diretti dall’esterno».
Tutto inutile, perché poi è arrivata la doccia fredda. «Non sappiamo davvero come muoverci. Ci stavamo organizzando per il trasloco alla fine di marzo, ma ora diventa complicato fare tutto in pochi giorni – tuona Marchiando -. La cosa peggiore è la mancanza di preavviso. A inizio settimana c’è stato un sopralluogo imprevisto da parte di Protezione civile e Usl ed era trapelata l’idea di chiudere dopo il 12 febbraio. Certo, sarebbe stato comunque un dramma, ma ci avrebbe dato qualche giorno in più per organizzarci; invece è arrivata la mazzata».
La risoluzione in Consiglio regionale
E dire che la settimana scorsa il Consiglio regionale aveva approvato all’unanimità una risoluzione presentata da Pour l’Autonomie (Mauro Baccega) che sembrava scongiurare la chiusura: “saremo vigili e troveremo soluzioni per non penalizzare il mondo dello sport” aveva detto l’assessore allo Sport, Jean-Pierre Guichardaz.
Il servizio completo su Gazzetta Matin
(danila chenal)