Turismo, una petizione per salvare imprese e lavoratori
L'ha promossa Federalberghi sulla piattaforma change.org; si stima che il 2020 si sia chiuso con una perdita di 236 milioni di presenze, il 54% in meno rispetto allo scorso anno in media e con alcune località dove il calo ha superato l'80%
Turismo, una petizione per salvare imprese e lavoratori.
Federalberghi, la Federazione della Associazioni Italiane Alberghi e Turismo, organizzazione nazionale maggiormente rappresentativa delle imprese turistico ricettive italiane ha promosso una petizione sulla piattaforma change.org per puntare i riflettori sulle difficoltà delle imprese e dei lavoratori del settore.
Si legge nella petizione che in meno di 24 ore ha superato 6700 firme:
« Il turismo è un motore indispensabile per l’economia italiana e contribuisce in maniera significativa alla produzione di reddito e posti di lavoro.
Le imprese turistiche generano ogni anno un valore aggiunto di 93 miliardi di euro, pari al 6% del PIL italiano.
Alberghi e pubblici esercizi danno lavoro ad oltre 1,3 milioni di dipendenti
Importanti sono anche le ricadute positive sugli altri settori economici».
La quota di PIL attivata direttamente ed indirettamente dal comparto turistico è superiore al 13% ed al settore sono complessivamente riconducibili quasi 3,4 milioni di posti di lavoro, pari al 15% del totale.
I numeri della crisi post pandemia
Le rilevazioni ufficiali relative ai primi dieci mesi del 2020 certificano una diminuzione dei pernottamenti del 51,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con la perdita di 207 milioni di presenze.
Ancor più marcato è il calo della domanda straniera, che ha fatto registrare una riduzione del 68,9%.
Un dato allarmante, considerato che il turismo internazionale contribuisce per il 50,5% del totale dei pernottamenti e che la spesa dei turisti stranieri contribuisce al saldo della bilancia commerciale con 44,3 miliardi di euro, pari al 41% delle esportazioni di servizi e a circa l’8% di quelle complessive.
Parallelamente al calo delle presenze turistiche, si è registrato un calo del fatturato dei servizi di alloggio, che nel periodo gennaio – settembre 2020 è diminuito del 50,2%.
Nei mesi successivi la situazione si è aggravata, anche a causa delle misure di contenimento che hanno annullato le festività natalizie e bloccato la partenza della stagione invernale.
Si può stimare che il 2020 si sia chiuso con una perdita di 236 milioni di presenze, con un calo di oltre il 54% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%.
Purtroppo, il 2021 si è aperto all’insegna di un ulteriore peggioramento, anche a causa del perdurare del blocco dei flussi internazionali, del divieto di spostarsi da una regione all’altra e delle limitazioni alle attività ed ai servizi che caratterizzano i viaggi, per vacanza e per lavoro.
Gli alberghi – pur potendo in teoria rimanere aperti – sono stati e sono ancora costretti alla chiusura perché vuoti.
Attualmente la quasi totalità dei lavoratori stagionali è privo di occupazione e circa il 50% per cento dei lavoratori a tempo indeterminato è in cassa integrazione.
In altri termini, il 75% per cento dei dipendenti delle imprese turistico ricettive e termali è senza lavoro.
Le richieste
Federalberghi enuncia una serie di misure che potrebbero aiutare il turismo a sopravvivere in attesa del ritorno alla normalità, salvaguardando i posti di lavoro ed evitando che l’Italia riparta svantaggiata quando l’incubo pandemia sarà un ricordo.
Tra le richieste, la proroga al 31 dicembre 2022 dei termini di pagamento di rate di prestiti, mutui e altri finanziamenti rateali.
Ma anche l’elevazione sino a 20 anni della durata dei finanziamenti garantiti dallo stato, l’esonero della seconda rata Imu per l’anno 2021.
E ancora la proroga del credito d’imposta sui canoni di locazione, la cancellazione della Tari e del canone Rai per gli anni 2020 e 2021.
Federalberghi chiede il rinvio fino a fine 2021 delle scadenze per il pagamento d imposte.
Una petizione che riguarda ogni valdostano
La petizione su change.org è stata rilanciata da Alessandro Cavaliere, imprenditore del settore alberghiero e consigliere di Federalberghi che ha invitato i valdostani a sostenere la raccolta firme.
«In una regione come la Valle d’Aosta, il turismo non riguarda solo gli albergatori, i negozianti, i gestori di bar e ristoranti, i maestri di sci, le guide, ma è risorsa fondamentale per tutt’intera la nostra comunità che su di essa si regge, senza spesso nemmeno rendersene conto – scrive Cavaliere sulla sua pagina FB -.
L’economia turistica alimenta in maniera diretta e indiretta tutta la nostra filiera produttiva regionale: dall’agricoltura all’artigianato, dai servizi (anche quelli dei professionisti) all’industria (trasporti, impianti a fune).
Molto più quindi del 25% del PIL valdostano prodotto dal comparto “alberghi, bar e ristoranti” che da solo impiega nella nostra regione 6.200 persone.
Firmare questa petizione riguarda quindi ogni valdostano, perché il turismo riguarda, da vicino o da meno vicino, ogni valdostano.
Il turismo è pronto a ripartire con più forza ed entusiasmo di prima ma in questo momento è il settore più colpito e quello che ha bisogno di maggior tutela nei confronti delle aziende e di tutti quanti i lavoratori del settore».
Per firmare la petizione, clicca qui
(re.aostanews.it)