Aosta, bimba morta dopo visite in ospedale: chiesto l’incidente probatorio
La Procura ha anche chiesto al gip l'archiviazione della posizione di Manuela Ciocchini, una dei quattro pediatri indagati
Aosta, bimba morta dopo visite in ospedale: chiesto l’incidente probatorio.
Una richiesta di archiviazione e l’intenzione di procedere con incidente probatorio. Proseguono le indagini coordinate dal pm Francesco Pizzato sulla morte della piccola Valentina Chapellu, deceduta in ospedale a Torino a seguito delle complicazione di un’infezione causata dal virus dell’influenza A.
Dopo aver ricevuto la relazione dei consulenti, il pm ha chiesto al gip l’archiviazione riguardo alla posizione di Manuela Ciocchini, una dei quattro pediatri valdostani indagati. Questo perché, dalle indagini, non sarebbero emersi profili di criticità nel suo operato. Al momento, quindi, risultano ancora indagati tre pediatri: Marco Aicardi, Catherine Bertone e Adriana Bobbio.
La consulenza
Alla luce di quanto emerso dalla consulenza affidata ai professori Francesco Ventura e Antonella Palmieri, la Procura di Aosta ritiene che siano emersi elementi di colpa nelle condotte degli indagati. Tuttavia, i consulenti hanno anche evidenziato come non sia possibile affermare un nesso di causalità materiale tra il comportamento degli indagati e la morte della bimba.
Sul punto, comunque, nella relazione si legge che «è comunque probabile che condotte prudenti e diligenti avrebbero evitato l’evoluzione degli eventi hic et nunc». Infatti, «qualora i sanitari avessero impostato un corretto iter diagnostico, avrebbero mantenuto sotto stretta osservazione la bambina e, probabilmente, rendendosi conto della permanenza della sintomatologia avrebbero, col tempo, prescritto esami di approfondimento di II livello o avrebbero indirizzato la paziente verso centri pediatrici specializzati. Se tali condotte prudenti fossero state poste in essere, la patologia sarebbe stata probabilmente diagnostica e, comunque, l’aggravamento del quadro clinico sarebbe stato prontamente individuato».
Ulteriori accertamenti
Il pm però intende effettuare ulteriori approfondimenti. In particolare, in considerazione del fatto che il medico legale Giovanni Botta, nel corso dell‘esame autoptico, aveva evidenziato che l’infezione batterica che affliggeva la piccola era già presente al momento dell’accesso in Pronto soccorso dell’11 febbraio 2020 ed «era verosimilmente rilevabile mediante un’attenta auscultazione». Inoltre, Pizzato vuole capire se una corretta gestione clinica della minore avrebbe garantito una sopravvivenza maggiore in termini temporali della medesima o, quanto meno, le avrebbe evitato le sofferenze patite.
L’incidente probatorio
Per questi motivi, il sostituto procuratore ha chiesto al gip del Tribunale di Aosta di procedere con un incidente probatorio. Nella sua richiesta ufficiale, il pm chiede di procedere in relazione alla determinazione del fatto se il decesso della bimba sia stato determinato da profili di colpa rinvenibili nella condotta dei sanitari che l’hanno avuta in cura.
In particolare, i periti dovranno valutare se l’infezione batterica fosse rilevabile mediante auscultazione l’11 febbraio 2020; se la virosi che affliggeva la minore quando è stata visitata da Bobbio e Bertone fosse la medesima patologia ancora presente il 12 febbraio; se un ricovero disposto l’11 febbraio avrebbe garantito cure più celeri e più proficue allorquando la minore ha perso conoscenza mentre si trovava a casa e se le cure ospedaliere avrebbero evitato la morte della minore, avrebbero posticipato il decesso o avrebbero prodotto la morte con minore intensità lesiva; se l’indirizzamento della minore verso un centro specializzato avrebbe evitato la morte della minore; se quando la piccola ha perso conoscenza a casa fosse ancora possibile un trasporto verso un centro specialistico mediante volo in elicottero e se tale azione avrebbe garantito cure in grado di posticipare la data della morte.
(f.d.)