Consulta degli Studenti: «la politica non giochi sulle nostre vite»
La Consulta contraria al rientro in presenza per il 75% degli studenti delle scuole superiore; pesante il giudizio: «una mossa puramente politica per far apparire virtuosa la nostra regione, con il rischio di negligenza come si fece a marzo scorso invitando i turisti». Nel pomeriggio di oggi, venerdì, l'assessore Caveri incontrerà il presidente della Consulta Simone Jeantet.
Consulta degli Studenti: «la politica non giochi sulle nostre vite».
E’ dura la presa di posizione della Consulta regionale degli Studenti rappresentati dal presidente Simone Jeantet, in carica da un anno e già vice presidente.
La Consulta è formata dagli studenti delle scuole superiori della regione, con una rappresentanza di due studenti per ogni istituzione scolastica.
Consulta completamente ignorata
«Nonostante la sempre totale disponibilità della Consulta Regionale degli Studenti a qualsiasi tipo di confronto, ad oggi constatiamo che non veniamo consultati quasi per nulla per le decisioni inerenti il mondo scolastico, nelle quali reputiamo fondamentale la partecipazione della componente studentesca, e neppure veniamo convocati dal mondo politico nostrano per ricevere informazioni – scrive la Consulta in una nota -.
Solo dagli organi di stampa siamo giunti a conoscenza dell’intenzione da parte del governo regionale di allargare al 75% degli studenti la possibilità di frequentare le lezioni in presenza a partire da lunedì 18 gennaio 2021, senza che vi sia nemmeno il tempo di verificare gli effetti di una prima riapertura, essendo trascorsa solo una settimana dal rientro in presenza al 50%.
Ci sentiamo di esprimere con fermezza la nostra completa contrarietà a questa decisione, reputandola una “mossa” puramente politica, di certo non incentrata sul miglioramento sul benessere degli studenti valdostani, bensì con l’obiettivo, superfluo, di far apparire la nostra regione come migliore e virtuosa rispetto al resto del territorio nazionale, e con il rischio di peccare di negligenza, come già accaduto nel mese di marzo 2020, quando la Regione Valle d’Aosta si proponeva come ‘la destinazione ideale e sicura per chi vuole asciarsi alle spalle le fobie da coronavirus’».
Rientro in presenza e Dad
Secondo la Consulta, non tutti sono contenti del rientro in presenza, «e come noi, i professori, al contrario di ciò che è riportato dalla maggio te degli organi di stampa.
Certo, il rientro rappresenta all’apparenza una sorta di ritorno alla normalità, ma non illudiamoci: le condizioni reali per un ritorno alla normalità necessitano di sicurezza e di continuità nella frequenza.
Tutti noi non vediamo l’ora di poter rientrare nelle nostre classi in modo permanente, con i nostri professori, per riprendere la vita scolastica ordinaria, senza dover indossare una mascherina che copre naso e bocca per minimo sei ore al giorno, per non contare le ore aggiuntive per chi è pendolare.
Tutti noi non vediamo l’ora di poter usufruire dei mezzi pubblici, senza dover temere un colpo di tosse o uno starnuto.
Tutti noi non vediamo l’ora di poter terminare un anno scolastico con il sorriso, con gli abbracci, e, per i più grandi, con le lacrime per l’emozione di aver concluso cinque anni di carriera scolastica, cinque anni di una part efondamentale della nostra vita, quella che ora come ora, ci viene preclusa giorno dopo giorno».
«Dopo una partenza problematica, la didattica a distanza è migliorata fino a stabilizzarsi – commenta Simone Jeantet – riteniamo essa possa essere un valido supporto ma mai potrà sostituire la didattica in presenza. Dad alternata alla presenza, così come sta succedendo nell’ultima settimana è già un passo avanti che dà un po’ di respiro agli studenti».
«Non ci sentiamo sicuri»
«Nonostante il rientro parziale in classe non ci sentiamo sicuri – prosegue Jeantet -.
Siamo stati catapultati di punto in bianco in un mondo e in una vita che non ci appartengono più da tempo e che abbiamo sacrificato per ragioni sanitarie.
Non vogliamo ora strafare, per poi pagare nuovamente le conseguenze, qualora i contagi crescessero.
Lo diciamo ora, e continueremo a ripeterlo: non vogliamo che il mondo politico giochi sull nostra sensibilità e serenità, siamo già sufficientemente provati, e chiediamo a chi ci governa rispetto e senso della responsabilità.
Tengo a sottolineare che non si tratta di parole rivolte all’assessore all’Istruzione Caveri, nulla di personale – precisa il presidente della Consulta degli Studenti -.
Noi vorremmo esprimere il nostro disagio, ribadendo la nostra disponibilità a partecipare ai tavoli di lavoro, così come abbiamo sempre fatto con l’assessora Certan.
Altre Consulte degli studenti sono state interpellate per i tavoli di lavoro sul trasporto scolastico, noi non siamo minimamente stati presi in considerazione.
Solo durante le vacanze di Natale, una nostra proposta per il rientro in presenza al 50% ha ricevuto la risposta e i ringraziamenti dell’assessore».
Oggi l’incontro con l’assessore Caveri
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 15 gennaio, l’assessore all’Istruzione Luciano Caveri incontrerà il presidente della Consulta degli Studenti Simone Jeantet.
«Nessuna preclusione – ha spiegato l’assessore Caveri – la didattica in presenza resta al 50%, nessun cambiamento da modificare. Io sono sempre disponibile a confrontarmi e spiegare le cose. Una telefonata di richiesta chiarimenti sarebbe stata sufficiente».
Nella foto in alto (archivio), studenti all’uscita dal liceo Regina Maria Adelaide.
(cinzia timpano)