Crisi di governo, Lanièce: «Aprire una crisi in piena pandemia può mettere in difficoltà il Paese»
La crisi innescata da Renzi porterà allo slittamento del decreto ristori di almeno 15 giorni
Crisi di governo, Lanièce: «Aprire una crisi in piena pandemia può mettere in difficoltà il Paese». A parlare è il senatore valdostano Albert Lanièce vicecapogruppo di Per le autonomie all’indomani delle dimissioni delle due ministre di Italia viva Teresa Bellanova e Elena Bonetti e dell’apertura della crisi politica.
Ritardi nei ristori
Prosegue: «Il Parlamento è chiamato a votare lo scostamento di bilancio per la copertura dei fondi per i ristori da emanare. L’uscita dal governo di Matteo Renzi rallenterà la predisposizione del decreto ristori almeno di una quindicina di giorni». Sugli scenari che si profilano non ha certezze. «La crisi non è formalmente aperta. Il presidente Conte oggi (giovedì 13 gennaio) è salito al Colle per riferire al presidente Mattarella ma non ha rassegnato le dimissioni».
Gli scenari
Snocciola le ipotesi: «Il Pemier potrebbe cercare i numeri in Parlamento, dimettersi, dando vita, su incarico del Capo dello Stato, al Conte ter senza escludere un incarico a un’altra figura. Terzo scenario è lo scioglimento delle Camere con la conseguente indizione delle elezioni». Teme il senatore che «un’eventuale fine della legislatura comprometta il percorso europeo del Next Fund Generation».
Riconosce a Renzi di avere ragione sul fatto che «durante l’emergenza sanitaria il governo si è ritagliato uno spazio eccessivo rispetto al Parlamento, che non ha potuto portare la voce del territorio. Mi auguro che ci sia maggiore collaborazione tra governo e Parlamento».
Per Lanièce andare alla conta è un’incognita anche se «la componente socialista di Italia viva del senatore Riccardo Nencini ha già detto che appoggerà Conte». Ha una convinzione Lanièce: «vivacchiare con i numeri risicati non avrebbe senso».
No fiducia a scatola chiusa
Se conta sarà, Lanièce anticipa: «Io non garantisco a priori la fiducia al Premier. Vorrò conoscere se ci saranno adeguati ristori per la montagna e se ci sarà un cambio di passo nei rapporti con la Valle d’Aosta. Ultimamente l’atteggiamento nei confronti della nostra regione è stato troppo rigido a partire dalle critiche per le ordinanze di Lavevaz fino alla sospensiva della legge varata a novembre».
(danila chenal)