Coronavirus, lo pneumologo Rodolfo Riva: «La situazione al Parini è abbastanza buona»
Con le giuste cure si evita la terapia intensiva
Coronavirus, lo pneumologo Rodolfo Riva: «La situazione al Parini è abbastanza buona».
L’analisi
«Attualmente la situazione al Parini è abbastanza buona. Abbiamo circa 30 posti letto liberi per pazienti Covid,15 disponibili a Variney e, spero già da questa settimana, potremo contare su tutti i 20 letti dell’ospedale da campo». E’ quanto afferma il dottor Rodolfo Riva, pneumologo e responsabile dei reparti Covid del nosocomio regionale.
Aggiunge: «La situazione relativa al contagio in Valle d’Aosta in questo momento mi sembra stabile. Nei reparti siamo abbastanza tranquilli, però bisogna vedere cosa succederà con la riapertura delle scuole ed eventualmente delle piste da sci. Io penso che entrambe le cose porteranno un aumento dei contagi, anche perché il virus c’è dove c’è l’essere umano e, ovviamente, dove ci sono tanti esseri umani il virus circola di più. L’importante comunque è che i dati rimangano sempre sotto controlli. Ora è giusto aprire le scuole, ma sono fondamentali lo screening, il potenziamento dei mezzi pubblici e il mantenimento delle misure di prevenzione dal contagio. E’ però importante anche quello che accade prima e dopo la scuola. Servono prudenza e buon senso. Per lo sci invece bisogna vedere quale sarà la proposta per poter aprire in sicurezza».
Attività in corsia
Tornando all’attività in corsia, Riva sostiene che la vita nei reparti Covid del Parini «è cambiata molto» tra la prima e la seconda ondata. Spiega: «Nella seconda ondata sapevamo cosa dovevamo affrontare. Ad esempio nella prima ondata non usavamo il cortisone, mentre ora ne usiamo molto. Poi abbiamo a disposizioni alcuni farmaci che prima non sapevamo fossero utili. Usiamo anticoagulanti, cortisone, antibiotico e antivirali. Ora, grazie all’esperienza fatta e alle nuove linee guida la situazione è migliorata».
Secondo quanto riferisce il responsabile dei reparti Covid, comunque, «i pazienti che arrivano in reparto hanno praticamente tutti la polmonite o gravi difficoltà respiratorie. Sono quasi tutte persone anziane e il problema è che,oltre a essere pazienti fragili e magari con altre patologie, l’inverno è la stagione clou per le polmoniti».
Le morti
Nella seconda ondata i numero dei decessi Covid ha superato quello registrato nella prima perché «molti pazienti sono anziani e avevano già altri problemi di salute. Rimangono in reparto con il casco Cpap o l’ossigeno, senza mai arrivare in terapia intensiva».
Quindi, secondo lo pneumologo, «anche per questo motivo il dato relativo alle terapie intensive resta basso anche se si continuano a registrare decessi». Inoltre, sempre sul punto, «ora, grazie alle giuste ‘cure’, riusciamo a limitare l’aggravamento delle condizioni dei pazienti, riuscendo quindi a evitare che finiscano in terapia intensiva».
Per Riva, comunque, «la campagna vaccinale è fondamentale. La storia ci insegna che i vaccini hanno debellato malattie che avevano causato stermini. Ora spero che la campagna abbia preso la piega giusta. Siamo pochi in Valle d’Aosta, quindi entro l’estate dovremmo riuscire a vaccinare tutti. Io spero che la stragrande maggioranza dei valdostani intenda aderire perché è importante arrivare almeno all’80% della popolazione vaccinata».
(federico donato)