Scialpinismo: oltre 500 firme alla petizione per liberalizzare la pratica in Valle d’Aosta
Grande successo, in appena 24 ore, per l'iniziativa lanciata da Diego Bertazzi su Change.org: «Penso di interpretare e riportare il pensiero di tanti amici»
Partenza lanciata per la petizione online per liberalizzare la pratica dello scialpinismo in Valle d’Aosta.
L’iniziativa di Diego Bertazzi, esperto di sistemi informatici di St-Vincent, si avvale del sito Change.org.
La petizione ha già superato le 500 firme in 24 ore.
Diego Bertazzi: «In tanti dobbiamo rinunciare a una passione senza vederne il motivo»
A mettere in moto la petizione rivolta al presidente della Giunta, Erik Lavevaz, è stato Diego Bertazzi.
Il 54enne, da circa quindici anni, fa parte della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo del CAI Verrès come istruttore sezionale.
Da una dozzina di stagioni, invece, Bertazzi è tecnico di ricerca del Soccorso Alpino Valdostano.
«La mia è un’iniziativa personale, ma credo di interpretare e riportare il pensiero di tanti amici – spiega il promotore -. Siamo in molti, infatti, a dover rinunciare a una passione senza riuscire a vederne il motivo».
Bertazzi: «L’obiettivo è quello coinvolgere le persone d’accordo con il nostro pensiero»
Bertazzi entra nel merito della questione.
«L’idea della petizione è nata dal desiderio di far sapere al presidente delle Regione che in tanti non siamo d’accordo con le limitazioni allo scialpinismo attualmente vigenti – sostiene -.
Una mia amica, Simona Giovannini, istruttrice anche lei, nella chat della nostra Scuola aveva proposto di scrivere delle mail, ma io ho pensato che non sarebbe stato lo strumento migliore.
Era, a mio parere, necessario che ci fosse un “movimento” pubblico, bisognava avere la maggior visibilità possibile e anche doveva essere facile coinvolgere tutte le persone che erano d’accordo con il nostro pensiero.
Perciò ho pensato a una petizione su Change.org. In questo momento di stop forzato allo sci alpino, con gli impianti di risalita fermi, ci sarebbe la possibilità di promuovere attività alternative esenti dal rischio di assembramenti. Dall’11 dicembre, però, la pratica dello scialpinismo è limitata all’esercizio solo con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci.
Questo è un provvedimento che penalizza un’attività che rappresenta una delle forme di frequentazione della montagna invernale tra le più note ed identitarie».
Bertazzi: «Non c’è un motivo logico alla discriminazione dello scialpinismo»
Bertazzi va oltre e analizza la situazione dei diversi sport alternativi allo sci alpino.
«La parte più fastidiosa della limitazione è che non tratta tutti i frequentatori della montagna nello stesso modo e non ci sono ragioni logiche per questo – continua -. Di sicuro non si tratta di ragioni sanitarie o di gestione del rischio.
Chi ciaspola in montagna è certamente soggetto agli stessi pericoli e, forse, a causa del fatto che normalmente è meno cosciente e meno preparato ad affrontarli, il livello di rischio cui si sottopone è perfino maggiore. Non c’è motivo logico per questa discriminazione.
Se poi si aggiunge che la discriminazione introduce l’eccezione dell’accompagnamento con guida o maestro di sci, l’odore di intervento che sa di lobby c’è tutto. E lo dico pur avendo il massimo rispetto e stima per coloro che svolgono queste professioni».
Bertazzi: «Invierò la petizione al presidente Lavevaz prima della prossima ordinanza»
Il promotore ha chiari i tempi per le prossime iniziative.
«Onestamente non mi sono fissato degli obiettivi a livello di numeri di firme da raggiungere – conclude Bertazzi -. Mi basta che sia consistente (e credo stia cominciando a esserlo) per procedere con l’invio al presidente Lavevaz prima che venga firmata la prossima ordinanza e venga ripetuto ancora quello che ritengo un grosso errore».
(d.p.)