Valle d’Aosta, tracce di Sars-Cov-2 in tre campioni su quattro nelle acque reflue
E' quanto emerge dallo studio dell'Arpa nell'ambito del progetto SARI; i siti di campionamento scelti, durante il periodo estivo, sono stati il depuratore di Brissogne, quello di La Salle e quello di Valtournenche
Valle d’Aosta, tracce di Sars-Cov-2 in tre campioni su quattro nelle acque reflue. E’ quanto emerge dallo studio dell’Arpa nell’ambito del progetto SARI, ovvero “Progetto di Sorveglianza Ambientale di SARS-CoV-2 attraverso i Reflui urbani in Italia: indicazioni sull’andamento epidemico e allerta precoce”.
L’analisi
In oltre 30 dei 40 campioni analizzati è stata rilevata almeno una delle due sequenze target, cosa che indica la presenza, o meglio la presunta presenza, di RNA virale nei campioni.
In sintesi lo scopo è quello di predisporre un sistema per tracciare la presenza del virus sul territorio nazionale, tramite l’analisi dei reflui urbani, analogamente a quello che già succede attualmente per altri virus.
I siti
I siti di campionamento scelti, durante il periodo estivo, sono stati il depuratore di Brissogne, quello di La Salle e quello di Valtournenche. I prelievi sono stati effettuati con una cadenza settimanale nel periodo luglio-agosto 2020 in tutti e tre i siti, mentre a partire da metà settembre ci si è limitati a prelevare solo al depuratore di Brissogne.Le analisi dei campioni sono iniziate a metà novembre.
I risultati ottenuti fin qui sono molto interessanti in quanto sono state rilevate tracce del genoma virale di SARS-Cov-2 già a partire dai primi campioni, prelevati presso il depuratore di Valtournenche il 15 luglio 2020. Nella settimana successiva, tracce del virus sono state rilevate anche nel depuratore di La Salle, mentre in quello di Brissogne solo a partire dal 29 luglio 2020.
In oltre 30 dei 40 campioni analizzati è stata rilevata almeno una delle due sequenze target del virus, ricercate tramite RT—Real Time PCR, cosa che indica la presenza, o meglio la presunta presenza, di RNA virale nei campioni.
I protocolli analitici utilizzati sono ancora in fase di validazione, in quanto si tratta di metodiche molto complesse, di conseguenza i dati ottenuti in questa prima fase della ricerca possono essere considerati solo indicativi della presenza di tracce del virus nei campioni raccolti e quindi della sua circolazione nel territorio regionale.
(re.aostanews.it)