Le case da gioco chiedono la riapertura entro metà gennaio
I tre casinò chiedono al Governo e al Parlamento anche adeguati ristori
Le case da gioco chiedono la riapertura entro metà gennaio. L’assessore regionale con delega al casinò Luciano Caveri, nel richiamare l’azione coordinata tra le tre case da gioco, comunica l’invio di un documento al Governo e al Parlamento di mettere in atto, ragionevolmente entro metà gennaio, interventi urgenti di ristoro e una rapida riapertura per evitare il tracollo.
Ristori
«Chiediamo al Governo e al Parlamento il formale avvio dell’iter per il riconoscimento a favore dei Casinò di specifici ristori commisurati alla reale perdita di fatturato, di standardizzare l’accesso alla Cassa Integrazione per la salvaguardia dei lavoratori delle Case da Gioco, di prevedere una revisione dell’impianto impositivo a carico delle Case da Gioco, segnatamente una riduzione dell’imposta sugli spettacoli (ISI) e una riduzione proporzionale della tassa di concessione governativa, nonché un nuovo classamento del rischio dell’attività del gioco d’azzardo all’interno di strutture controllate e monitorate come i Casinò pubblici per consentirne una tempestiva riapertura».
Bilancio difficile da quadrare
Chiuso, causa Covid-19, dalla fine del mese di ottobre scorso, per il Resort & Casinò spa i conti diventano difficili da quadrare. «Non sarà un anno spettacolare, sui conti stiamo lavorando» commenta l’amministratore unico Filippo Rolando a GAZZETTA MATIN. Sulle cifre non si sbilancia. Certo è che saranno ridotti i ricavi ma anche i costi. Il 95% dei 400 dipendenti è in cassa integrazione e le spese di gestione «sono molto ridotte» concede Rolando. Sul futuro della casa da gioco è bocca cucita: «Il tribunale di Aosta ha ammesso la nuova istanza di concordato preventivo, procediamo nei vari passaggi e attendiamo l’assemblea dei creditori fissata il 15 aprile».
Gli inaccasi
Secondo i dati pubblicati da GiocoNews a fine ottobre 2020 gli incassi su base annua risultavano pari a 29.677.626 euro (meno 41,05 percento) rispetto ai primi dieci mesi del 2019. Gli incassi dei tavoli erano pari a 11.940.364 euro (meno 38,98 percento) e per le slot ammontavano a 17.737.262 euro (meno 41,75 percento). Gli ingressi si attestavano a 170.775 (meno 39,39 percento). A fine dicembre 2019 gli incassi su base annua furono pari a 60.630.878 euro (più 4,83 percento) rispetto al 2018 (57.838.968). Gli incassi dei tavoli furono di 23.731.189 euro (più 2,84 percento) e per le slot ammontarono a 36.899.689 euro (più 6,15 percento). Gli ingressi si attestarono a 348.643 (meno 0,58 percento). A guardare le cifre gli incassi rispetto al 2019 sono dimezzati.
La preoccupazione dei dipendenti
«C’è una situazione di totale rassegnazione» commenta Walter Zampa, segretario regionale Ugl dimissionario («ho lasciato per ragioni personali» dice). Prosegue: «Non abbiamo prospettive per il futuro. Sicuramente non sarà roseo. La situazione è quasi disperata fino a farci temere la chiusura della casa da gioco. L’azienda, con la riorganizzazione, è destrutturata e manca di un piano marketing di rilancio». Ricorda Zampa che attorno al casinò ruotano altre attività economiche. E’ evidente che la nostra è una realtà lavorativa sconosciuta ai più e non credo che il Governo getterà un’ancora di salvezza». Sottolinea come sia calato anche il potere di acquisto dei dipendenti.
«La cassa integrazione è attorno ai 700 euro e le ricadute sul tessuto economico sono a catena. I casinò insieme agli impianti di risalita e al turismo hanno pagato a caro prezzo la pandemia». Sui costi fissi del casinò riflette: «Non so fino a quando la liquidità sarà sufficiente».
(re.aostanews.it)