Sci, apertura si complica: Regioni e Anef chiedono data certa e ristori alla tedesca
Saltata la data del 7 gennaio, rischia di slittare anche quella del 25
“Come Regioni e Province autonome siamo già al lavoro per portare in approvazione al più presto il protocollo rivisto” sulla base delle osservazioni del Comitato Tecnico Scientifico, “auspicando – almeno questa volta – in un velocissimo responso. A quel punto si saprà come si potrà aprire, ma chiaramente non è sufficiente, serve anche una data di apertura”. Lo dicono gli assessori delle Regioni alpine, dopo richiesta avanzata dal Cts di una revisione delle linee guida per la riapertura degli impianti di risalita per la partenza della stagione dello sci.
Le Regioni inviano un documento al Governo, chiedendo anche “adeguati ristori per tutte le imprese colpite dalle limitazioni”.
“Tuttavia, a malincuore, bisogna riscontrare come dal Governo manchi assolutamente ogni interesse verso la montagna – è l’accusa avanzata dalle Regioni delle Alpi – e questo vale persino da chi ne ha la competenza. Il Ministro al turismo Dario Franceschini dia un segnale di attenzione nei confronti della montagna e del turismo invernale”.
Economia in ginocchio
“L’economia di molte valli è in ginocchio. Dal 6 dicembre al 10 gennaio il turismo invernale e il suo indotto registrano numeri straordinari, come si può solo pensare di ignorare un settore trainante dell’economia delle Alpi?”, concludono gli assessori.
Ipotesi riapertura
Per la presidente di Anef, Valeria Ghezzi, “non si tratta di una bocciatura da parte del Cts, pertanto ci mettiamo subito al lavoro per soddisfare le richieste”.
“Saltata” la data del 7 gennaio, quella più probabile fino a domenica 27 dicembre sembrava il 25 gennaio. Sembrava, appunto. Circola già la data del 6-7 febbraio, ovvero poco prima del via al Mondiali di Cortina.
“Troppo tardi – tuona Anef -, ci sono operatori che già ipotizzano di saltare la stagione; serviranno ristori alla tedesca”.
Le osservazioni del Cts
Nonostante le misure prese abbiano determinato un rallentamento della crescita dei contagi, spiegano gli esperti, “la circolazione del virus rimane elevata” e quindi è “ancora necessario adottare la massima cautela”. L’eventuale riapertura degli impianti, continuano, dovrà essere preceduta da una “rivalutazione della situazione epidemiologica”, senza la quale non si potrà procedere.
A preoccupare sono soprattutto funivie e cabinovie, che rappresentano un contesto a rischio medio-alto, in particolare nelle ore di punta, esattamente come i mezzi del trasporto pubblico.
Tra le principali variazioni:
- riduzione del 50% della portata di funivie, cabinovie e seggiovie (come per gli altri mezzi di trasporto);
- numero chiuso sia giornaliero che settimanale;
- acquisto skipass in via telematica.
(re.aostanews.it)