Prima tranche vaccino Covid: alla Valle d’Aosta servono 7.500 dosi
Conferma l'indirizzo ministeriale che indica tra i primi fruitori gli operatori sanitari, medici, infermieri, Oss e gli ospiti delle strutture per anziani
Prima tranche vaccino Covid: alla Valle d’Aosta servono 7.500 dosi. Chiarisce l’assessore alla Sanità Roberto Barmasse. «E’ la presunta stima che abbiamo comunicato al commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ma sarà il ministero a decidere quante dosi saranno attribuite a ogni regione e a chi andranno somministrate». Conferma l’indirizzo ministeriale che indica tra i primi fruitori gli operatori sanitari, medici, infermieri, Oss e gli ospiti delle strutture per anziani.
Alla scoperta dei vaccini anti Covid
con Miriam Cinque, biotecnologa e ricercatrice
Efficace al 95%, costerà tra i 15 e 16 dollari, e ne serviranno due dosi ciascuno, somministrate a distanza di 15 giorni. Il vaccino contro il Covid c’è. Delle 27 proposte sperimentali, sono Pfizer e BioNTech a proporre il primo “antidoto” candidato a debellare il microbo pandemico letale che ha messo il mondo in ginocchio. Il vaccino sarà disponibile in Italia entro fine gennaio.
Le prime dosi – 3-4 milioni – saranno somministrate ai sanitari in prima linea contro il Covid, poi alle persone più fragili e alle forze dell’ordine. In realtà la nanotecnologia impiegata in ambito immunologico, proviene dai laboratori della Biopharmaceutical New Technologies (BioNTech appunto), una società che impiega le più innovative tecnologie di immunoterapia per sperimentare cure pionieristiche a base di mRNA. Nessun vaccino a mRNA è mai stato utilizzato sugli esseri umani, fino ad ora, ma solo sugli animali.
Pfizer
Pfizer, il colosso americano, garantisce la produzione del vaccino su vasta scala per la sua ingente capacità produttiva. In effetti il nuovo vaccino sperimentale a base di mRNA BNT162 anti SARS-CoV2, lo si sta già producendo. Lo si replica negli stabilimenti Pfizer in Belgio e in quelli BioNTech in Germania che dovrebbero occuparsi della produzione di dosi per gli Stati membri dell’Unione Europea, ma non solo. Sono 200 milioni le dosi commissionate, che possono arrivare a 300 milioni, previste in pronta consegna dalla fine del 2020 per preventivare una distribuzione mondiale di 1,3 miliardi di dosi entro la fine del 2021.
Questo vaccino ha una efficacia dichiarata (rettificata dopo l’iniziale 90%) del 95%. Nella fase di sperimentazione 3, sono state arruolate 44.000 persone per lo studio clinico e solo 94 hanno sviluppato la malattia.
AstraZeneca
Ma fra i clinical trials in parallelo per la corsa al vaccino, ci sono altri super-Stati nel mondo che stanno sperimentando. Anche Oxford/AstraZeneca, dalla Gran Bretagna, prepara 400 milioni di dosi del loro vaccino. I test di sperimentazione della fase 3 si tengono anche in 7 centri in Italia, con volontari dai 18 anni in su, ad esclusione di soggetti che hanno sviluppato una forma acuta di Covid, persone immunodepresse o in gravidanza. 6 mesi di sperimentazione che faranno slittare la somministrazione di questo eventuale futuro vaccino alla primavera del prossimo anno.
Sputnik
E Vladimir Putin, dalla Russia, registra il terzo vaccino in lista e ne rende nota l’efficacia in sperimentazione che arriva al 92%, lo Sputnik. Meglio così, perché quando si parla di Covid-19 nessuno può mai sapere. E diversi colossi farmaceutici hanno già avviato la produzione prima della conferma della efficacia o prima dell’approvazione delle autorità competenti. La spesa è di diversi miliardi di dollari ma lo si fa lo stesso perché, se il primo punto è la salute, il passo successivo è il disegno geo-economico futuro che sarà in mano a chi arriverà per primo e dominerà lo scenario mondiale dell’era post-covid.
D’altronde, la situazione è da emergenza pandemica e i 12 anni richiesti dalle normali procedure di sperimentazione clinica di nuovi farmaci, sono stati falciati in soli 1-2 anni (e pure meno), per ovvie ragioni.
Le incognite
La situazione sanitaria è al collasso. Sappiamo quanto il vaccino sia sicuro perché l’efficacia è stata testata. Ma poi, si pensa alla copertura immunitaria. Per quanto tempo durerà l’immunità contro Covid dopo il vaccino? Inoltre, il vaccino presenta l’inconveniente dello stoccaggio e della distribuzione. Le milioni e milioni di dosi devono essere conservate a temperature estreme di congelamento, si parla di meno 70 o 80 gradi sotto zero per una delicata catena del freddo che deve essere garantita in modo tassativo. Pena l’inattivazione. Il vaccino Pfizer/BioNTech funziona mediante somministrazione di due dosi iniettate a distanza di 15 giorni l’una dall’altra.