Zona Rossa, Barmasse: «Non è colpa del ritardo sui dati ma per la gravità della situazione sanitaria»
In questo momento noi abbiamo 162 persone ricoverate positive di cui 14 in rianimazione
Zona Rossa, Barmasse: «Non è colpa del ritardo sui dati ma per la gravità della situazione sanitaria».
«Noi dobbiamo pensare che la Valle d’Aosta sia in zona rossa per la mancata comunicazione dei dati. Se il problema fosse quello sarei l’assessore alla Sanità più felice d’Italia. La zona rossa è legata alla nostra situazione sanitaria». Lo ha ribadito l’assessore alla sanità Roberto Barmasse in conferenza stampa nella mattinata di oggi, venerdì 6 novembre.
Ha proseguito: «Noi abbiamo avuto un sovraccarico sulle strutture sanitarie anche amministrative. In questo momento noi abbiamo 162 persone ricoverate positive di cui 14 in rianimazione. Tutti i sanitari stanno dando il 150%. La sanità valdostana è estremamente sotto stress ma stiamo mantenendo i servizi. Ma anche gli operatori sanitari si ammalano. Oggi noi abbiamo 9 medici, 42 infermieri, 1 ostetrica, 3 Ots, 4 fisioterapisti e 4 tecnici positivi». Attualmente nei reparti Covid dell’ospedale Parini vi sono poco meno di una decina di posti letto libero. Per prepararsi a eventuali nuovi ricoveri è stato allestito, ma non ancora utilizzato, il reparto Covid 6 in Chirurgia vascolare.
Ammette. «Ci sono state difficoltà nella trasmissione dei dati» ma chiarisce: «se non ci avessero messo in zona rossa probabilmente avremmo dovuto metterci noi».
Al lavoro sui dati
«Per la trasmissione dei dati da due operatori che se ne occupavano siamo arrivati a 10 (8 sanitari e 2 amministrative). Tenete presente che a settembre vi era una sola persona e con 1.246 casi trasmettevamo il 100% dei dati, con un impennata a 2.552 casi abbiamo avuto problemi. Verosimilmente a metà della prossima settimana noi riusciremo a trasmettere oltre il 50% dei dati o anche di più. E’ quanto ci è richiesto».
Lo aveva sottolineato anche il presidente della giunta Erik Lavevaz: «Non soni i dati principali quelli che non abbiamo comunicato all’Istituto superiore di sanità. Probabilmente nell’ordinanza di oggi saremmo stati noi a istituire la zona rossa ci sono dati inconfutabile: i numeri di persone positive sono alti così come il tasso di saturazione delle strutture ospedaliere».
(da.ch.)