I parenti degli ospiti della micro di Variney: perché siamo contrari alla conversione Covid
Lettera al presidente della Regione e ai giornali
Pubblichiamo la lettera di alcuni parenti degli ospiti della microcomunità di Variney, contrari alla conversione della stessa in struttura Covid.
«La presente lettera è inviata per esprimere lo stupore e il disappunto che ci ha colto nell’apprendere la notizia che la microcomunità di Variney sarà convertita in struttura Covid19. Quali parenti degli ospiti siamo sconcertati che si possa anche solo prendere inconsiderazione questa soluzione.
Attualmente nella struttura risiedono 29 anziani, alla data odierna non positivi al Covid 19, che notoriamente vengono considerati soggetti a rischio per via dell’età e, per molti di loro, anche a causa della presenza di patologie croniche che li rendono ancora più vulnerabili. Questa è la ragione per cui gli ospiti vivono da mesi senza poter avere contatti diretti con i propri cari e con il resto del mondo esterno, al fine di tutelare la loro salute evitando dunque il contagio.Finora questo provvedimento e la professionalità del personale hanno funzionato al meglio, poiché in tale struttura dall’inizio della pandemia non si sono riscontrati casi positivi al Covid-19. Tuttavia gli sforzi rischiano di essere vanificati da una scellerata decisione: soggetti fragili, ad oggi ribadiamo non contagiati, dovranno essere caricati su delle ambulanze e trasferiti in altre strutture del territorio, che non si può escludere siano totalmente prive di pazienti positivi al Covid 19.
Pare assurdo che, in questa conclamata fase acuta di pandemia, in cui è necessario limitare al massimo gli eventi di potenziale esposizione per le classi più a rischio, vengano pianificate operazioni di trasporto e di smistamento in altre strutture in cui in passato sono stati registrati eventi di contaminazione.
In aggiunta a quanto sopra riportato, non è secondario il fatto che per queste persone la struttura della microcomunità di Variney, non è un luogo di ricovero transitorio, ma è ormai diventata una casa in cui passare con dignità il tempo della vecchiaia e della malattia, assistite da personale che nel corso degli anni è diventato una seconda famiglia. Gli operatori della microcomunità di Variney,non solo sono riusciti con la loro competenza a scongiurare il contagio all’interno della struttura, ma hanno anche saputo assistere amorevolmente gli ospiti riuscendo così a mitigare il non trascurabile disagio psicologico arrecato dall’isolamento totale dalle famiglie imposto dalla prima ondata.
Riteniamo quindi che il trasferimento coatto verso altre strutture in un momento così particolare rischia di avere delle ricadute psico-fisiche nefaste per la loro salute, poiché a queste persone verranno a mancare simultaneamente, oltre che i contatti con i loro parenti, anche la loro casa e il sostegno delle persone che conoscono e a cui si affidano da anni.
Noi famigliari ci chiediamo se chi ci governa e ci guida in questa difficile fase si sia reso davvero conto che prendendo questa decisione, di fatto, andrà ad aumentare il fattore di rischio da esposizione ad un agente potenzialmente mortale per individui considerati più deboli; decisione che per altro arriva vergognosamente in ritardo, poiché avrebbe dovuto essere presa,eventualmente, nel corso dell’estate, quando il numero di contagi era molto più basso, in modo da ridurre al minimo il rischio per queste persone.
Evidentemente in una fase di stallo della passata giunta la campagna elettorale ha avuto la meglio anche sulla salute dei cittadini, a questo punto vorremmo che non fossero proprio i più deboli a dover pagare le conseguenze di certe scelte».
I parenti degli ospiti della struttura di Variney