Coronavirus, Aosta: in arrivo 2.400 test rapidi nelle strutture per anziani
La decisione del Comune è stata presa per assicurare un controllo rapido e non pesare sul sistema sanitario; la cooperativa KCS Caregiver ricerca personale infermieristico
In arrivo 2.400 test rapidi per il Coronavirus nelle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani. Questa la scelta del Comune di Aosta presa in merito alla strutture comunali alla luce della «recrudescenza dell’epidemia e lo stress straordinario cui è sottoposto l’intero sistema sanitario», al fine di garantire il controllo di utenti e personale in servizio.
La decisione
La decisione del Comune è stata presa per non appesantire ulteriormente le strutture sanitarie, ma garantendo allo stesso tempo tempestività e azioni di screening con cadenza periodica, regolare e a tappeto nei confronti degli ospiti e degli operatori nei centri comunali residenziali e semiresidenziali per anziani.
In questo modo, l’amministrazione punta a una gestione più funzionale delle strutture, riuscendo ad arrivare in tempi ridotti a isolamenti mirati degli eventuali ospiti positivi.
I test
Al fine di giungere a questo scopo, l’amministrazione sta procedendo, tramite Mepa, al reperimento della fornitura di 2.400 test rapidi, così da poterli eseguire tramite personale infermieristico operante nelle strutture residenziali.
Siccome, alla luce delle disposizioni del gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni, in presenza di ospiti positivi, sospetti o accertati, debba essere garantita l’assistenza 24 ore su 24 di infermieri e il supporto medico, toccherà alla stessa amministrazione comunale provvedere autonomamente alla copertura del turno notturno.
Per questo motivo, saranno reperiti infermieri tramite la cooperativa KCS Caregiver, che cura i servizi per gli anziani del Comune.
A tal proposito, chi fosse interessato, può candidarsi allo 0165-217567.
Il commento
«È una scelta condivisa che abbiamo ritenuto prioritaria per garantire una tempestiva presa in carico di eventuali malesseri all’interno delle strutture – sottolinea l’assessora alle Politiche sociali, Clotilde Forcellati -. La volontà, comunque, è quella di non limitare lo screening ai centri residenziali e semiresidenziali, ma di estendere la dotazione di test rapidi anche alle strutture 0-3 anni come gli asili-nido, limitando, però, l’esecuzione dei controlli agli operatori».
(al.bi.)