Covid-19: un nuovo “piano” per salvare il Parini dalla saturazione
Il presidente Lavevaz ha spiegato durante la conferenza stampa: «Sono necessarie misure per salvaguardare il mondo sanitario, in primis l'ospedale. Abbiamo studiato quattro livelli per la gestione dei malati Covid»
Covid-19: un nuovo “piano” per salvare il Parini dalla saturazione.
No all’allarmismo ma una presa di coscienza. Secondo il presidente della Regione Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, «ci deve essere maggior senso di protezione e di comunità. Anche noi, come Giunta, dobbiamo lavorare a livello di sensibilizzazione dei giovani». Il capo dell’esecutivo lo ha detto durante la conferenza stampa con cui ha presentato la nuova ordinanza che stabilisce l’entrata in vigore dal 31 ottobre del coprifuoco dalle 21 alle 5.
Dopo aver precisato che «il virus è un nemico ostico che va trattato con molta attenzione», Lavevaz ha spiegato: «L’obiettivo adesso è quello di dare tempo al sistema sanitario di normalizzarsi. Siamo nel pieno della seconda ondata, quindi sono necessarie misure per salvaguardare il mondo sanitario, in primis l’ospedale». E proprio per questo motivo, sono previsti quattro livelli per la gestione dei malati Covid positivi.
In primis, i malati che hanno bisogno di maggiori cure saranno ricoverati in ospedale. Vi sono poi i posti messi a disposizione dalla clinica Isav di Saint-Pierre, la microcomunità di Variney (da utilizzare come RSA e come “tampone” per le micro al fine di isolare i positivi e come appoggio per l’ospedale) e una struttura residenziale (ancora da individuare) per ospitare i pazienti guariti clinicamente, ma ancora positivi al tampone; sul punto, il presidente ha precisato: «Abbiamo avviato un’indagine sul territorio e abbiamo avuto una buona disponibilità. Nei prossimi giorni definiremo la più adatta». Anche per Variney le trattative sono ancora aperte.
Il tema ospedale
«Il nostro obiettivo è scaricare l’ospedale da pazienti che possiamo inserire in altre strutture – ha chiarito l’assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse -. Il dato confortante è che i pazienti in terapia intensiva non sono aumentati, ma sono sempre 7». Il problema però è capire dove mettere i pazienti visto che i reparti Covid sono saturi.
L’assessore ha quindi aggiunto: «Rispetto alla primavera, abbiamo i tamponi rapidi che ci consentono di conoscere l’eventuale positività in fase di triage. Però non dobbiamo nasconderci, stiamo andando verso la saturazione dell’ospedale quindi servono nuovi spazi. Abbiamo varie ipotesi e cerchiamo di vagliarle e di essere propositivi». Riguardo alle tempistiche, però, Barmasse è prudente: «Fosse per me procederemmo oggi, comunque c’è il massimo spirito di collaborazione».
Le microcomunità
La gestione delle micro è «complessa in un periodo di pandemia – ha detto Lavevaz -, purtroppo una serie di strutture ha una serie di positivi. Ci stiamo organizzando per proteggere al meglio le strutture al fine di tutelare soprattutto gli utenti, che sono i più fragili e vulnerabili in questa situazione. Stiamo quindi cercando di isolare i casi positivi» e, in questo senso «faremo anche “tamponamenti” periodici nelle strutture. Se un utente risulta positivo viene spostato in una micro appositamente individuata. Capisco che questo modo di procedere è complicato, ma è la soluzione migliore. Ogni spostamento tra strutture verrà fatto con la massima attenzione e dopo due tamponi negativi».
I numeri
Mentre il bollettino regionale raccontava di 1717 attuali positivi in Valle e l’Istituto superiore della sanità affermava che la più piccola regione italiana è a rischio elevato di una trasmissione non controllata di Covid-19, il presidente ha voluto analizzare i numeri relativi al contagio.
«Siamo passati alla ribalta delle cronache nazionali perché, su molte statistiche, la nostra regione è quella messa un po’ peggio – ha affermato Lavevaz -. Ma si sa che le statistiche cozzano con i piccoli numeri. I nostri dati vanno letti in modo analitico tenendo conto di tutti i fattori. Noi abbiamo il più alto numero di tamponi eseguiti sulla popolazione. Molti dei tamponi risultano positivi perché, anche grazie ai test rapidi, il tampone viene fatto su persone che si sospetta o si sa già essere positive. E anche i piccoli focolai influiscono sui numeri».
(f.d.)