Concorso ginecologia taroccato, condannato il primario di Aosta Livio Leo
Secondo l'accusa avrebbe fornito le domande a quattro medici "amici"; pena di 10 mesi con la condizionale. Assolti gli altri imputati
Avrebbe fornito le domande di un concorso a quattro candidati medici. Per questo motivo – accusa di rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio – è stato condannato a 10 mesi con la condizionale il primario di ginecologia dell’ospedale di Aosta, Livio Leo.
La sentenza è stata emessa dal gup Giuseppe Colazingari al temine del processo che si è svolto con rito abbreviato.
L’inchiesta era nata da un esposto dell’allora consigliere regionale Emily Rini ed è stata condotta dalla Guardia di Finanza.
Leo è stato condannato anche a risarcire l’Usl (5 mila euro), che si era costituita parte civile tramite l’avvocato Corinne Margueret.
Per il primario il pm Luca Ceccanti aveva chiesto la condanna a un anno.
Assolti, invece, per non aver commesso il fatto, i quattro candidati al concorso e un medico che faceva parte della commissione esaminatrice. Assieme a Leo erano imputati, a vario titolo: il medico Enrico Negrone e i quattro candidati che avevano superato la prova scritta che era stata annullata dall’Usl: Veronica Arfuso, Andrea Capuano, Francesca Deambrogio e Riccardo Fiorentino. Per loro l’accusa aveva chiesto otto mesi.
Il concorso
I fatti risalgono al 2017. L’Usl aveva bandito un concorso per due dirigenti medici. Il primario di ginecologia Livio Leo era il presidente della commissione esaminatrice. Per gli inquirenti.
Secondo l’accusa i quiz per partecipare al concorso erano stati preparati con settimane di anticipo, con domande formulate in maniera superficiale e altre «confezionate» per avvantaggiare alcuni candidati.
Per il pm, Livio Leo che dal 2004 al 2014 aveva lavorato all’ospedale Maggiore di Novara avrebbe rivelato ai quattro candidati, tutti del Novarese, il contenuto del quiz.
Per la procura i quattro candidati indagati avrebbero effettuato dei test fotocopia, raggiungendo tutti la valutazione di 27 su 30.
Il concorso aveva escluso tre medici, due dei quali lavoravano da tempo nel reparto dell’ospedale aostano e una ginecologa valdostana di ruolo all’ospedale Sant’Anna di Torino.
(re.aostanews.it)