Cervinia, riaperta la pesca sportiva travolta da fango nel 2017, l’ex gestore si sente beffato
Protesta di Marco Corradin davanti a Palazzo regionale
Cervinia, dopo la riapertura nell’estate del 2020 della pesca sportiva si sente beffato Marco Corradin a cui l’esondazione del torrente Marmore nella Valtournenche ha portato via i sogni da imprenditore. Dopo appena un mese di gestione della pesca sportiva in località Avouil di Cervinia aveva dovuto chiudere i battenti nell’estate del 2017. Corradin scoprì, secondo quando sostiene, che la zona era a rischio solo in seguito all’accaduto. Decise così di presentare in procura un esposto contro l’ex sindaca Deborah Camaschella.
E’ di 20 giorni fa la richiesta di archiviazione. Amareggiato l’imprenditore, nell’anniversario delle celebrazioni dell’alluvione, si è presentato a Palazzo regionale inalberando un cartello con le tappe salienti del suo percorso, denunciando la riapertura dell’attività nel 2020. Lo dimostrano le recensioni in Internet sulla ‘Baia delle Foche’, fishing club di Avouil. Si chiede perché una zona rossa sia stata riabilitata e se siano stati fatti i necessari lavori di messa in sicurezza.
Di risarcimenti – conclude – neanche l’ombra.
I fatti
Il primo agosto del 2017 una pioggia torrenziale migliaia provoca un importante smottamento di terreno e miglia di metri cubi di sassi e fango scivolano lungo il canalone disegnato dal torrente Vaufrède e intasano il letto del Marmore, facendolo tracimare. I detriti portati dall’acqua travolgono la strada di accesso di accesso alla struttura. Poco prima dell’accaduto il gestore aveva mandato a casa 150 persone e chiuso la struttura. In tanti ricordano ancora la valanga del primo febbraio del 1978 caduta lungo il canalone che fece 7 morti.
(d.c.)