Scuola, mercoledì 14 presidio di sindacati e lavoratori: «scuole sicure, lavoro stabile»
Un piano di stabilizzazioni attraverso procedure concorsuali straordinarie: è la richiesta che i sindacati hanno avanzato all'amministrazione regionale, insieme a quella di posticipare il concorso che comincerà il 22 ottobre nonostante l'emergenza sanitaria.
Scuola, mercoledì 14 presidio di sindacati e lavoratori: «scuole sicure, lavoro stabile».
Si terrà domani, mercoledì 14 ottobre, dalle 13 alle 15, davanti a palazzo regionale, il presidio dei lavoratori precari della scuola, sostenuto da Cgil, Cisl, Snals e Savt «per chiedere un piano di stabilizzazioni attraverso procedure concorsuali straordinarie».
#rendiamostabileillavoro e #rendiamosicurelescuole sono gli hashtag che sostengono le richieste delle sigle sindacali che nella tarda mattinata di oggi hanno incontrato il presidente della Regione Renzo Testolin e la Sovrintendente agli Studi Marina Fey.
«Abbiamo chiesto al presidente della Regione di rinviare il concorso, facendo valere le prerogative in materia di concorsi vista l’emergenza sanitaria – ha spiegato Luigi Bolici (Savt Ecole) -.
Ci è stato risposto che la Regione ritiene di non avere queste prerogative e, a meno di indicazioni diverse dal Ministero, il concorso non sarà spostato».
Se su quest’ipotesi, è chiusura totale, uno spiraglio potrebbe arrivare domani dalla Conferenza Stato Regioni.
«Il presidente della Regione si farà portavoce di una proposta per chiedere al ministro se non sia il caso di rinviare il concorso – ha spiegato Bolici – che non riteniamo sia la soluzione al problema.
Savt Ecole, Snals e Cgil, hanno già fatto arrivare una diffida sul tavolo del presidente della Regione.
«La scuola vive uno stato di confusione totale – ha spiegato Alessia Démé (Cisl Scuola) -.
Classi in isolamento, contagi, questione tamponi, scuole che hanno attivato la didattica a distanza, scuole costrette a rimodulare gli orari perchè gli insegnanti sono in isolamento o malati.
Una situazione kafkiana che pensiamo possa solo peggiorare se nelle scuole dovranno entrare anche i candidati delle varie classi di concorso».
Al contestato concorso – che dovrebbe tenersi dal 22 ottobre al 16 novembre (forse oltre, visto che è stata ‘dimenticata’ la classe di sassofono e occorrerà aggiungerla, ndr) potranno accedere gli insegnanti precari che vantano giù tre anni di insegnamento.
«Ma non è possibile che per lo stesso identico lavoro, ogni 4/5 anni vengono imposte dal ministero modalità differenti di concorso» – ha puntualizzato il segretario dello Snals Confsal Alessandro Celi – sfavorendo così i candidati.
Senza contare che alcune classi di concorso determineranno lo spostamento da una regione all’altra, in un momento in cui si è concentrati per il contenimento del contagio, si obbligano i lavoratori della scuola a muoversi, mettendosi in viaggio per partecipare al concorso in una sede dove magari i candidati sono meno numerosi».
«Chiediamo di stabilizzare i docenti con tre anni di servizio attraverso una prova orale e valutazione dei titoli: questo è l’unico modo per garantire tempi brevi e certi per coprire le cattedre e assicurare la continuità didattica – ha precisato Claudio Idone (Cgil) -.
Chiediamo anche forme di reclutamento e di abilitazione precisi, negli ultimi anni abbiamo cambiato quattro modalità».
E’ intervenuta anche Daniela Gallotti, insegnante precaria del coordinamento dei Professori senza Cattedra, che venerdì avevano organizzato un sit in di protesta a place Deffeyes.
«E’ surreale e inconcepibile che per partecipare al concorso dobbiamo chiedere aspettativa – spiega Gallotti -. L’unica tutela possibile è abbandonare le mie classi, perdere la relazione che sto instaurando con i miei studenti -.
Sono stufa di sentir dire che i precari non vogliono il concorso ma vogliono una sanatoria.
Io voglio un concorso meritocratico, come ogni concorso deve essere, ma voglio anche avere la garanzia di potermi presentare.
E se anche quel concorso lo passassi, avrei una spada di Damocle rappresentata dagli inevitabili ricorsi che pioveranno.
Quindi rischio di non poter accedere al concorso, se in quarantena o anche solo in isolamento (da sana); qualora riuscissi a presentarmi, rischio invece che il concorso venga (giustamente) invalidato per i ricorsi di chi è rimasto escluso per questioni sanitarie».
Già perchè non è prevista una sessione suppletiva per quegli insegnanti che ad esempio sono in quarantena o contagiati e che perciò non potranno partecipare al concorso e dai quali ci si aspetta il ricorso.
E’ intervenuto anche Gianluca Naccarato, insegnante precario da sette anni che ha elencato le difficoltà di ospitare i candidati al concorso nelle scuole anche in relazione alle tecnologie insufficienti.
«Della mia categoria, degli insegnanti degli istituti tecnici professionali proprio non si parla.
Ma ad esempio al Manzetti, già il wi fi non funziona perchè la rete è bassa e non è sufficiente per le 40 classi attive, la segreteria, i laboratori e la didattica mista.
Se dal 22 ottobre e fino a metà novembre dovremo anche ospitare le classi di concorso, come faremo a garantire la didattica?
Senza contare la questione legata all’igienizzazione delle aule e dei sei laboratori, soprattutto in questo momento, nessun esterno dovrebbe entrare nelle scuole, figurarsi decine e decine di candidati».
Il presidio si terrà domani, mercoledì 14 ottobre, dalle 13 alle 15, davanti a palazzo regionale.
Nella foto in alto, da sinistra Claudio Idone (Flc Cgil), Alessandro Celi (Snals Confsal), Luigi Bolici (Savt Ecole) e Alessia Démé (Cisl Scuola).
(cinzia timpano)