Giornate Fai d’Autunno, riapre il Castello di Quart
Sabato 17 e domenica 18 ottobre visite guidate per l'apertura straordinaria del maniero in occasione delle Giornate Fai d'Autunno
Giornate Fai d’Autunno, riapre il Castello di Quart.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre visite guidate per l’apertura straordinaria del maniero in occasione delle Giornate Fai d’Autunno.
L’iniziativa, che coinvolge tutto il territorio nazionale con circa mille aperture straordinarie in 400 città d’Italia, per la prima volta sarà articolato in due fine settimana: sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre.
Il Fondo ambiente Italia ha voluto dedicare l’edizione 2020 a Giulia Maria Crespi, imprenditrice, fondatrice e presidente onoraria del Fai, scomparsa il 19 luglio 2020 a 97 anni.
A organizzare le Giornate Fai d’Autunno sono anche questa volta i gruppi Fai Giovani, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta.
Ispirandosi alla fondatrice Giulia Maria Crespi, i giovani scenderanno in piazza per “seminare” conoscenza e consapevolezza del patrimonio di storia, arte e natura italiano e accompagneranno il pubblico, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, alla scoperta di luoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati in tutte le regioni.
L’apertura straordinaria in Valle d’Aosta
Il gruppo Fai Giovani di Aosta ha scelto il Castello di Quart per partecipare all’edizione 2020, per un’ultima visita esclusiva prima dell’inizio dei lavori di restauro del nuovo lotto.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre il castello sarà aperto dalle 10 alle 16 (ultima visita guidata alle 15.30) con turni di visita ogni mezz’ora, per un massimo di 15 persone per gruppo.
Ai possessori di tessera Fai valida per il 2020 sono dedicate le visite guidate delle 11.30, 12.30, 14.30 e 15.30 sia sabato che domenica. Parcheggio libero lungo la strada.
La prenotazione è obbligatoria a aosta@faigiovani.fondoambiente.it, specificando il numero di partecipanti, il numero di tessera per gli iscritti al Fai e l’prario di visita scelto.
In caso di grande affluenza gli ingressi potrebbero essere sospesi prima dell’orario di chiusura indicato.
Contributo suggerito a partire da: 3 euro
Il Castello di Quart

Castello di Quart (AO) © Foto Archivi della Soprintendenza per i beni e le attività culturali, Regione autonoma Valle d’Aosta
Attualmente in restauro, il Castello di Quart, risultato di diverse fasi costruttive che si sono protratte dall’XI al XVIII secolo, si erge ai margini della conca di Aosta, lungo l’asse viario che già anticamente conduceva al passo del Gran San Bernardo.
Fu edificato dalla nobile famiglia valdostana de Porta Sancti Ursi. Solo nella prima metà del XIII secolo la famiglia trasferì stabilmente la propria residenza nel castello, assumendo il nome di de Quarto e controllando da questa posizione strategica un vasto territorio che si estendeva sui due versanti alpini. Il castello passò sotto il controllo diretto dei Savoia nel 1377, alla morte senza eredi maschi di Enrico di Quart.
Assegnato a partire dal 1550 a nobili famiglie gravitanti nell’orbita della corte sabauda, dal 1800 divenne proprietà comunale e venne dato in affitto a privati e utilizzato per un secolo e mezzo a scopo agricolo. L’acquisto da parte dell’amministrazione regionale risale al 1951.
Il torrione, eretto nella seconda metà del Duecento, è a pianta trapezoidale al fine di occupare la porzione più sopraelevata della rocca e presenta oggi, esteriormente, un aspetto modificato dalle aperture aggiunte nella seconda metà del Settecento.
Il suo interno custodisce un eccezionale ciclo pittorico a tema profano risalente alla fine del XIII secolo, solo parzialmente conservato perché ricoperto a fine Quattrocento da una completa scialbatura. I dipinti, suddivisi in tre registri da cornici a fasce bicolori, presentano diverse raffigurazioni: la parte bassa era occupata da un finto velario, mentre nella seconda fascia sono riconoscibili episodi tratti dal Roman d’Alexandre, la serie dei dodici mesi e la figura di Sansone che smascella il leone; il terzo registro ospita, invece, la figura incompleta di un elefante che porta sulla groppa un personaggio con scarpe a punta, due guerrieri identificati dal nome Sarraceni e una scena di torneo di cui rimangono alcune immagini lacunose di cavalli e persone.
La cappella, intitolata a San Nicola, sorge sui resti di un precedente edificio di culto eretto tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo e fu costruita dalla famiglia Balbis tra la fine del XVI e i primi anni del XVII secolo. Gli stucchi della cappella del castello, conclusi da Giovanni Gabuto da Lugano intorno al 1606 e riemersi dopo il restauro nella loro nitidezza, costituiscono una delle rare testimonianze nella regione di questa tecnica artistica.
Grazie agli interventi di scavo condotti nel 2000 – 2001 sono emersi nel riempimento sottostante il pavimento alcuni frammenti di affreschi appartenenti a due cicli pittorici parietali databili al XIII e al XVI secolo. Al secondo intervento decorativo, presumibilmente realizzato da botteghe piemontesi, sono riconducibili invece i frammenti di due bande decorative e di una Crocifissione.
Verificare sul sito i luoghi aperti nei due fine settimana ed eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.
(e.d.)