Cogne, il Covid ha riportato la villeggiatura
Gli operatori turistici di Cogne tracciano il bilancio di un'estate tutto sommato positiva che ha fatto riscoprire l'amicizia tra valligiani e villeggianti
Cogne, il Covid ha fatto riscoprire la villeggiatura.
Gli operatori turistici di Cogne tracciano il bilancio di un’estate tutto sommato positiva che ha fatto riscoprire l’amicizia tra valligiani e villeggianti.
Iniziata sotto i peggiori auspici, la stagione estiva di Cogne si è poi rivelata decisamente buona, per qualcuno addirittura ottima, in ogni caso, decisamente al di sopra di ogni più rosea aspettativa.
Consorzio operatori turistici
«Considerando l’angoscia di inizio giugno possiamo senz’altro dire che è stata un’ottima estate!» a dirlo Elisabetta Allera, presidente del Consorzio operatori turistici di Cogne e ristoratrice, insieme al fratello Andrea, a Lou Ressignon.
«È andata meglio a bar e ristoranti e agli affitti autonomi che hanno avuto un inizio stagione più immediato, gli alberghi hanno dovuto riguadagnarsi la fiducia dei clienti e sono partiti un po’ più lentamente. Certo, un regalo ce lo ha fatto l’estate stessa con una meteo strepitosa!».
Allera evidenzia come l’esito della stagione sia dovuto a una serie di convergenze e al rimboccarsi le maniche degli operatori che ci hanno creduto, non si sono abbattuti e hanno adottato nuove formule di comunicazione e promozione. «La gente ha camminato e un’infinità di persone ha scoperto che la montagna esiste anche in estate! Mi auguro che questo sia servito a farci conoscere e apprezzare dai numerosi clienti nuovi che tutti abbiamo avuto».
La presidente degli operatori racconta come in paese si sia riscoperta la villeggiatura. «Tutte le seconde case sono state riaperte e molte famiglie hanno passato a Cogne tutta l’estate riscoprendo quell’amicizia tra valligiani e villeggianti che non si vedeva da trent’anni. Devo dire che tutti si sono comportati bene e devo fare un plauso a tutti gli operatori che hanno fatto l’impossibile per semplificare le cose nel rispetto della sicurezza, e ai turisti che hanno saputo adeguarsi sorbendosi code davvero lunghe fuori dai negozi, soprattutto nel periodo di Ferragosto. È stato un lavorare in concerto e un lavorare bene. Rimane l’angoscia per l’inverno. Dobbiamo fare tesoro di quanto seminato in questi mesi e saper coinvolgere, invitare e rassicurare i nostri clienti, certo non sarà un inverno da record e – conclude Allera – servirà molto anche sapere che potremo contare su una certa stabilità politica».
La politica turistica del Comune
L’assessore al Turismo uscente del Comune di Cogne, Andrea Celesia, ricorda come per l’estrema preoccupazione di perdere una stagione fondamentale per il turismo di Cogne, a inizio estate si sia messa a punto una strategia che ha coinvolto tutti e che ha datto ottimi risultati. «Abbiamo puntato sulla sicurezza e sulla comunicazione, ogni operatore aveva poi una sua comunicazione in questa direzione – dice Celesia che è anche albergatore al Notre Maison -. Siamo partiti con il test sierologico a tutta la popolazione, abbiamo stravolto il programma delle manifestazioni prevedendole tutte all’esterno, dotando gli spazi di tettoie per portare lì tutte le animazioni. La stagione è iniziata a giugno, attorno al 20 le presenze hanno iniziato a crescere per normalizzarsi a luglio e aumentare ad agosto, soprattutto sul parco immobiliare che era tutto aperto. Settembre era il mese che ci preoccupava di più perché tradizionalmente abbiano clientela straniera, ma fortunatamente svizzeri, francesi, belgi e olandesi sono arrivati, e la quota mancante è stata compensata dagli italiani, quindi chiudiamo la stagione in modo positivo».
Celesia conclude frenando un po’ gli entusiasmi. «È chiaro che nel bilancio annuale non riusciremo a compensare la perdita di marzo e giugno e nel complesso il risultato avrà comunque il segno meno».
Per l’inverno l’ex assessore ricorda come storicamente Cogne non abbia una clientela di stranieri se non quelli di prossimità. «Continueremo su questa linea: sicurezza e peculiarità naturalistiche».
Il settore alberghiero
Anche Piero Roullet, storico albergatore cognèn, titolare dell’Hôtel Bellevue, parla di una stagione migliore rispetto a quanto ci si aspettava. «Eravamo preoccupati per l’occupazione di settembre, ma è andata bene perché sono arrivati gli stranieri che temevamo di aver perso. Comunque il Covid non accennare a diminuire, anzi, e siamo abbastanza preoccupati per l’inverno perché noi, a 1.500 metri, i dehors non li possiamo usare. Un po’ di ottimismo arriva dalle scuole, perché se ci mettiamo a misurare le distanze come hanno fatto nelle classi (1 metro da bocca a bocca, ndr) possiamo riallestire le sale pranzo come prima».
Per il futuro zero previsioni. «Pensiamo di tenere aperto fino a metà ottobre e poi vedremo. Fare programmi è impossibile, viviamo quasi alla giornata».
In conclusione l’albergatore non rinuncia a una stoccatina. «Siamo decisamente più preoccupati per la situazione politica che per il virus. Ci vuole stabilità, competenza, capacità, conoscenza. È la situazione politica la vera pandemia».
Le guide alpine
Anche le guide alpine hanno beneficiato di un rinnovato interesse per la montagna. «La stagione è andata bene seppur fosse partita con brutti presagi – commenta Alberto Silvestri, presidente delle guide alpine di Cogne -. Abbiamo avuto tanti italiani, molti francesi, un po’ meno dal Nord Italia. C’è stata un po’ più di curiosità per la montagna e la stagione è stata buona. Per l’inverno vedremo… programmi, ormai, non ne facciamo più».
(erika david)