Lutto: l’addio a Emilio Grivon volontario e missionario in Africa
E' l'unico valdostano ad essersi guadagnato il titolo di Alpino dell'anno
Lutto: la comunità di Chambave ha accompagnato verso l’ultima dimora Emilio Grivon, classe 1933, che aveva fatto del volontariato in Africa la sua ragione di vita. Lo hanno salutato nella chiesa parrocchiale, nella giornata di mercoledì 9 settembre, oltre ai suoi concittadini, l’associazione Ana e le associazioni di volontariato. Grivon è l’unico valdostano ad essersi guadagnato il titolo di Alpino dell’anno, nel 2007, aggiudicato dalla sezione di Savona che ogni anno premia un alpino in armi ed uno in congedo “segnalatisi per atti di coraggio e valore civile”. Motivò così la decisione: ”Grivon, nonostante la disabilità in seguito ad un incidente di lavoro, trascorre ogni anno sei mesi in Africa a lavorare gratuitamente in Kenia ed in Tanzania, dove opera nelle missioni di Ilamba, Nibeya ed Iringa, organizzando il lavoro di giovani desiderosi di utilizzare le risorse per costruire l’avvenire dei loro paesi”.
La sua storia
In paese lo ricordano al banchetto del mercatino di Natale che allestiva per raccogliere i fondi per le missioni. Il sindaco Marco Vesan lo ha omaggiato di due progetti per la costruzione di altrettante scuole. La prima l’aveva costruita a Iringa , invece a Kibiti, accanto alla maternità, era sorta una struttura con dei posti letto per accogliere le giovani partorienti.
Tra le varie iniziative spicca il “Villaggio Valle d’Aosta”, a Mbeja, un vero agglomerato con scuole, laboratori, dormitori, uffici e un salone delle manifestazioni. Emilio Grivon, inoltre, quando era in Tanzania, dedicava molte energie a formare impresari locali. I costi economici, coperti inizialmente da Grivon stesso, che per fare fronte alle spese ha venduto alcuni terreni di suo possesso, sono coperti da donazioni. Per la sua Tanzania nel 2009 sfidò la montagna più alta d’Europa salendo in vetta al Monte Bianco con l’obiettivo di dare visibilità ai suoi progetti africani. Per la caparbietà l’Inail ne aveva fatto il testimonial perché ‘dimostra le infinite possibilità di utilizzo delle residue capacità’.
(d.c.)