Disturbi cognitivi: riprendono gli incontri della “Palestra della mente”
Il servizio riprende il 20 agosto; sedute all'ospedale Beauregard di Aosta
Riprendono il 20 agosto le iniziative della “Palestra della mente”. Le attività, organizzate dal Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze dell’Azienda Usl Valle d’Aosta, erano state sospese a causa dell’emergenza sanitaria.
Cos’è il progetto Palestre della mente
Il progetto “Palestre della mente” è un percorso di stimolazione e riabilitazione dedicato ai pazienti del Centro, a cui è stato diagnosticato un disturbo neurocognitivo, ovvero una difficoltà nelle funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione, il linguaggio e altri.
Ai pazienti, in seguito ad una visita neurologica-geriatrica e una successiva valutazione neuropsicologica, dopo un colloquio di selezione, vengono proposte attività di rinforzo e di mantenimento delle abilità cognitive.
«Si tratta di esercizi per la mente, in linea con quanto stabilito dalla ricerca scientifica nel campo della stimolazione ed il potenziamento cognitivo – spiega la neuropsicologa Daniela Fraschetti –. Si lavora sull’apprendimento di strategie applicabili nella vita quotidiana».
«Il contesto di gruppo offre l’opportunità di stimolare le abilità necessarie ad una maggiore socializzazione – dice l’educatore professionale Daniele Cometto – anche se abbiamo dovuto limitare a 5 il numero di presenti, invece di 6/8, per evitare assembramenti».
Come e dove si svolgono gli incontri
Gli incontri si tengono nella palestra della Geriatria dell’ospedale Beauregard, sono condotti da due educatori con la supervisione della psicologa.
Il percorso prevede un ciclo intensivo di venti incontri (due alla settimana) e uno di mantenimento (dieci incontri, uno alla settimana), della durata di un’ora e mezza.
«Il progetto “Palestre della mente” fa parte di una serie di iniziative che consideriamo di primaria importanza – conclude il direttore della Sc Geriatria, Paolo Bonino – nell’ottica di supportare i nostri pazienti con decadimento cognitivo iniziale nel rinforzo delle capacità residue per mantenere il massimo grado di autonomia possibile. Un aspetto fondamentale non soltanto a livello clinico ma che si riflette nella qualità della vita del paziente stesso e dei suoi famigliari».
(re.aostanews.it)