Cervino CineMountain, a Drømmeland l’Oscar del film di montagna
Si è conclusa ieri sera, giovedì 6 agosto, la XXIII edizione del Cervino CineMountain festival; il pubblico ha premiato “Piano to Zanskar” di Michal Sulima
Cervino CineMountain, a Drømmeland l’Oscar del film di montagna.
L’esibizione dell’acrobata alpinista Antoine Le Menestrel e la cerimonia di premiazione hanno chiuso ieri sera, giovedì 6 agosto, la XXIII edizione del Cervino CineMountain Festival.
L’Oscar del cinema di montagna è andato all’olandese Drømmeland, di Joost van der Wiel. Il film si è aggiudicato il Grand Prix des Festivals – Conseil de la Vallée, riservato ai film già premiati nei principali festival di settore provenienti dal circuito dell’International Alliance for Mountain Film.
Tutti i premiati
Premiato al Dutch Mountain Film Festival Festival Di Graz, Drømmeland racconta l’avventura del sessantenne Nils, che decide di abbandonare la vita frenetica della società urbana per vivere in armonia con la natura, trasferendosi in una capanna sulle montagne norvegesi.
Il documentario indaga nel profondo la continua lotta del protagonista alla ricerca di un equilibrio tra il bisogno di isolamento e il desiderio del contatto umano, ma ancor più della necessità di “condividere” il proprio isolamento con il mondo esterno attraverso il suo telefono cellulare.
Il film ha convinto la giuria per «una fotografia rigorosa e una scrittura cinematografica puramente evocativa sottolineano l’alternanza di stati d’animo di un avventuriero del ventunesimo secolo, nella sua ricerca di un equilibrio tra l’essere umano e la natura».
Menzione speciale va al Grand Prix Beloved, lo straordinario ritratto di una ottantenne che vive sola con le sue mucche nell’aspro paesaggio delle montagne iraniane. «Un film nel segno del cinema di Kiarostami, ritratto di una donna indipendente e indistruttibile, che riesce addirittura a sostituirsi al regista utilizzando il linguaggio cinematografico per una testamentaria confessione finale»
Il Passo dell’acqua del regista abruzzese Antonio Di Biase, si aggiudica il Premio Montagne d’Italia (per il miglior film italiano) e il Premio Sony (per la migliore fotografia). Il film è un omaggio alla terra abruzzese e ad un mondo antico che sta scomparendo quello di chi vive a stretto contatto con la natura, dalle vette della Maiella al mare Adriatico: sono le tre anime solitarie di Domenico, un vecchio pastore che passa le giornate con il suo gregge in alta quota, senza elettricità e acqua corrente, Nisida, una vedova di novant’anni che, mossa dalla fede, decide di intraprendere un pellegrinaggio verso l’eremo di San Bartolomeo e Nicola, un anziano pescatore in pensione che vive assieme a un gatto bianco tra le rovine del suo vecchio borgo marino circondato dalla città moderna. «Dalla montagna al mare, la macchina da presa coglie con puro stile osservazionale i dettagli dell’esistenza di uomini e comunità. Un film su un territorio e un popolo, dove il passo dell’acqua è anche il passo del tempo», è la motivazione delal giuria.
Il Premio “Montagne Tout Court” per il miglior cortometraggio va alla pellicola del regista Jon Vatne Polyfonatura, che documenta il progetto ambizioso del musicista Eirik Havnes: realizzare una musica nuova, attraverso una modalità innovativa, viaggiando e registrando i suoni della natura norvegese. Motivazione della giuria: «Un musicista raccoglie suoni lavorando solo su materiali presenti in natura, contaminandoli con strumenti moderni: il risultato, un mix di poesia e ironia, è affascinante come il suo protagonista».
A Cholitas, di Jaime Murciego e Pablo Iraburu il Premio CaiI. Il film documenta l’avventura di cinque donne indigene boliviane coinvolte in una spedizione unica come gesto di emancipazione: scalare in abiti tradizionali l‘Aconcagua, la montagna più alta d‘America. Il vento è l’elemento più imprevedibile sulle montagne polacche.
The Wind, del regista Michal Bielawski, racconta l’angoscia degli abitanti di Zakopane, in continua attesa di sapere se e quando scatenerà la sua forza distruttiva, colpendoli e trasformando i pittoreschi sentieri alpini nel set di un film dell’orrore. Il film si aggiudica il Premio “Montagnes du monde” (per il miglior film straniero). Motivazione della giuria: «Mostrando l’esistenza di una comunità di montanari polacchi dominata dalla forza del vento, il film capta il passaggio del tempo con una fotografia straordinaria e un’altrettanta buona presa del suono. Il montaggio fa il resto, mantenendo fino alla fine il silenzio sul mistero della vita».
Infine il premio del pubblico è andato Piano to Zanskar di Michal Sulima, dopo un testa a testa con il secondo più votato, Cholitas. Il film racconta la storia della più impegnativa e pericolosa consegna della vita di un accordatore inglese prossimo alla pensione: trasportare un pianoforte da Londra fino al cuore dell’Himalaya indiano, per donarlo ad una scuola elementare.
(re.aostanews.it)