Strade del Cinema, la pioggia non ferma la passione
La pioggia ha in parte disturbato il debutto di Strade del Cinema al Teatro Romano, questa sera si prosegue al Giacosa con Ménilmontant e Io e Annie
Strade del Cinema, la pioggia non ferma la passione.
Ha avuto ragione chi ha cercato riparo sotto una pianta, un terrazzino o tirando fuori dalle borse mini ombrelli e k-way, per gustarsi fino all’ultimo fotogramma, di nuovo all’asciutto, il capolavoro di Mel Brooks.
Strade del Cinema è iniziato ieri sera, sabato 1° agosto, al Teatro Romano, in un’atmosfera particolare, come particolare è quest’estate.
Il saluto di Enrico Montrosset
«Sono contento che siate qui, vicini anche se distanziati», è il saluto con il quale Enrico Montrosset, direttore artistico della rassegna ha aperto l’edizione 2020 di Strade del Cinema, il festival del cinema muto musicato dal vivo quest’anno in una versione diversa.
Montrosset, prima di lasciare spazio alle immagini ha voluto raccontare «una piccola storia, quella di Strade del Cinema».
Ha ricordato gli inizi del festival internazionale del cinema muto, quando la rassegna godeva del patrocinio ministeriale, la sua crescita, quando era diventato un prestigioso concorso per giovani musicisti europei, con sette importanti sedi di selezione, giurati del calibro di Ettore Scola, e musicisti, al Teatro Romano, come -tanto per fare due nomi- Ezio Bosso e Stefano Bollani.
Ha ricordato come l’idea alla base del festival fosse restituire un pubblico generalista a una cinematografia muta «documenti visti da molte persone che poi sono rimasti lì».
Ha ricordato come, prima ancora, negli anni Novanta, uno studente al Dams di Bologna, Luca Bich (ora direttore del Cervino CineMountain festival), ha voluto portare i suoi studi di cinema ad Aosta, per condividerli con gli altri, proiettando film su un telo bianco, in giro per le strade di Aosta.
Ha ricordato come tutto questo «da solo non si può fare» e l’intuito che ha portato una persona a dare fiducia a «due ragazzi un po’ debosciati», ma appassionati, perché «senza Giuliana Indrio non si sarebbe fatto nulla».
Un applauso ha ricordato l’allora assessora alla cultura del Comune di Aosta, scomparsa nei giorni scorsi, con la quale «non si parlava di sicurezza, luci e autorizzazioni, ma si parlava di film, anche con scontri diretti e franchi, ma si parlava di film».
La prima serata
Ai film ha poi lasciato spazio Montrosset, con una bravissima Selene Framarin che ha costruito il commento sonoro del primo adattamento cinematografico di Frankeinstein, datato 1910, accompagnandosi con clarinetto, clarinetto basso e gli effetti della loop station.
A seguire il mostro dal cuore tenero, creatura del doctor Frankestein, è tornato sullo schermo nella versione Junior di Mel Brooks (1974) strappando sonore risate.
Qualche goccia di pioggia hanno messo in fuga parte del pubblico, ma i più non hanno voluto rinunciare, gustandosi il film fino alla fine.
Questa sera
Viste le previsioni meteo incerte, l’organizzazione della rassegna ha optato per non sfidare la sorte e iniziare la serata direttamente al coperto, al Cinema Giacosa.
L’Obamundo duo (Anais Drago, violino e Loris Deval, chitarra classica) musicherà dal vivo il cortometraggio Ménilmontant (1926) di Dimitri Kirsanoff, piccolo capolavoro dell’impressionismo francese.
Subito dopo toccherà a Woody Allen e al suo Io e Annie (1977).
La rassegna proseguirà domani, lunedì 3 agosto con la maratona cinematografica… fai ‘70, sostenuta dalla Film Commission VdA, al cinema Giacosa, dalle 15.45 fino alle 00.15.
Programma e indicazioni sui biglietti su stradedelcinema.com
(erika david)