Teatro, convince il Manzoni in vigna di Prove Generali
Le vigne di Morgex hanno accolto ieri, giovedì 30 luglio, il teatro della rassegna organizzata dalla Compagnia teatrale Palinodie
Teatro, convince il Manzoni in vigna di Prove Generali.
Tutt’intorno il canto dei grilli e sopra le teste degli spettatori un sole cocente.
Una location particolare, molto, quella che è stata utilizzata per il primo appuntamento della rassegna teatrale Prove generali – Il teatro va in montagna, curata dalla compagnia teatrale Palinodie.
Giovedì 30 luglio, gli habitué dei teatri -ormai disabituati ad andarci dato il lockdown-, si sono goduti uno spettacolo a cielo aperto, immerso nelle vigne di Morgex, dove cresce il Prié Blanc, il vitigno più alto d’Europa.
Lo spettacolo
Lo spettacolo, Manzoni senza filtro, di e con Manuela De Meo, accompagnato dalle musiche dal vivo di Andrea Gobbo, della compagnia teatrale Sementerie Artistiche, ha portato lo spettatore in una dimensione magica, in cui Manzoni – col suo corteo di personaggi, Renzo, Lucia, Don Abbondio, Don Rodrigo, la peste. – esce dalla claustrofobica vertigine del suo Tomo, con la T maiuscola, per diventare un po’ più divertente o meglio “grottesco”, così come lo definisce De Meo.
Ricorda i suoi anni liceali dicendo che «me lo hanno sempre dipinto come un affresco dai toni seriosi e gravi. Io in quelle pagine ho letto delle patine grottesche, che ho voluto portare in scena qui». Si capisce che è un testo che le appartiene perché il copione è distante dalla recita. Il testo, che lo spettatore non percepisce mai, talmente è forte l’istintività della voce attoriale, è lasciato a deteriorarsi fra i toni vocali, sempre diversi. Manuela De Meo si è eletta ambasciatrice di tutti i personaggi de I Promessi Sposi e danzando, e a volte combattendo, con i loro fantasmi, ha fatto dimenticare al pubblico l’afa a cui si sono sottoposti.
Questo, il calore cocente delle sei di sera, non è un dato effimero, perché protagonista della rassegna è proprio la natura. Che spettacolo sarebbe stato con delle poltrone rosse al posto dei piedi delle vigne sradicate da poco?
Uno spettacolo più statico, meno pronto a mettersi in dubbio, così come ha fatto il testo manzoniano.
«Solo così – e lo sottolineano anche Stefania Tagliaferri e Verdiana Vono di Palinodie – il teatro può veramente andare in montagna, così come recita il nome della rassegna».
Un teatro che diventa land art, soggetto ai suoni, ai movimenti, alle atmosfere che soltanto la natura, cruda e reale, può offrire in tutto il suo spettacolo – si fa per dire-.
(vivien bovard)