Courmayeur: dimissioni in blocco, il Comune commissariato
Courmayeur, protocollate questo pomeriggio le dimissioni degli otto consiglieri di opposizione: si apre la strada al commissariamento
Courmayeur: dimissioni in blocco, l’opposizione stacca la spina a Miserocchi e il Comune commissariato.
Sono state protocollate questo pomeriggio, mercoledì 29 luglio, alle 14.40, le dimissioni degli otto consiglieri all’opposizione, atto che pone fine alla legislatura guidata dal sindaco Stefano Miserocchi.
Adesso la palla passa al prefetto e presidente della Regione, Renzo Testolin, che dovrà nominare un commissario.
I cittadini di Courmayeur non potranno andare a votare nella tornata di settembre, ma torneranno alle urne, presumibilmente, tra novembre e dicembre.
Le dimissioni erano nell’aria da settimane, da quando con la fuoriuscita dell’ex assessora Raffaellla Sarteur dal gruppo Esprit Courmayeur, le fila dei consiglieri di opposizione hanno superato quelle della maggioranza: 8 a 7.
È stato impossibile rintracciare il sindaco, Stefano Miserocchi per un commento.
Le motivazioni de La Nuova Via
Il gruppo di minoranza guidato dall’ex sindaca Fabrizia Derriard individua un periodo ben preciso dell’inizio della fine del governo Miserocchi, e cioè il mese di luglio 2018 quando «il gruppo guidato da Miserocchi-Corio è pubblicamente entrato in una crisi interna insanabile che nel tempo ha portato alle dimissioni di un capogruppo e due assessore e all’uscita dal gruppo di maggioranza di ben quattro consiglieri».
La Nuova Via sottolinea come in questa situazione «l’attuale governo di Courmayeur» non possa più «in nessun modo garantire il rispetto del programma elettorale proposto e votato dal Consiglio comunale, unico organo sovrano e di garanzia».
«In questa situazione – scrivono i consiglieri Fabrizia Derriard, Massimo Sottile, Daniela Scalvino e André Savoye – il sindaco, il vice sindaco e l’intera giunta, per rispetto delle istituzioni democratiche e per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, avrebbero dovuto prendere atto del fallimento del loro progetto amministrativo e di conseguenza rassegnare le proprie dimissioni»
Cosa che non è stata fatta, «di conseguenza, proprio nel rispetto delle istituzioni, dei cittadini e del paese, il gruppo consiliare di Courmayeur La Nuova Via congiuntamente ai consiglieri Alberto Vaglio, Roberta D’Amico, Marco Salvato e Raffaella Sarteur hanno responsabilmente scelto di assumersi in prima persona la responsabilità della decisione drastica di rassegnare le dimissioni mettendo fine all’attuale esperienza amministrativa con la speranza che Courmayeur possa tornare a essere amministrata in modo adeguato ed efficiente».
Il gruppo di Courmayeur La Nuova Via evidenzia come siano stati «segnalati errori, imprecisioni, rischi e pericoli di scelte compiute con leggerezza, superficialità e talvolta supponenza, senza che niente di questo venisse in alcun modo preso in carico», come l’ex maggioranza abbia «perso per strada persone e consensi seminando parole a cui non sono seguiti fatti, generando delusione, scontento e preoccupazione nel tessuto socio economico del paese e perdendo credibilità agli occhi di partner e interlocutori istituzionali e non solo».
La stoccata finale riguarda, ovviamente, gli interventi di messa in sicurezza del Plan Chécrouit «caratterizzata da imperdonabili ritardi e approssimazioni. Tanto è vero che ad oggi i lavori non sono ancora stati avviati nonostante la loro urgenza e necessità per poter assicurare la regolare riapertura del nostro comprensorio sciistico».
Le motivazioni degli ex di Esprit
Anche i consiglieri Roberta D’Amico, Marco Salvato e Raffaella Sarteur, fuoriusciti da Esprit Courmayeur, hanno messo per iscritto le loro motivazioni.
«Sapersela sbrigare da soli è bene. Credere di doversela sbrigare sempre da soli, senza mai chiedere aiuto, è una debolezza travestita da forza. Se non sai chiedere aiuto, di regola non sai nemmeno cosa fare quando ti viene offerto spontaneamente, quando sarebbe morale accettarlo e immorale rifiutarlo» scrivono.
I consiglieri sottolineano come la squadra Esprit non sia mai stata in grado di funzionare con la conseguenza che «alcuni dei giocatori iniziali per dignità personale e professionale, hanno quindi optato per uscire dalla squadra».
«Il capolinea di questa amministrazione giunge a valle di un periodo che ha ulteriormente dimostrato l’assenza di un metodo di lavoro e di una programmazione efficaci ed efficienti, evidenziando altresì carenza di indirizzo e di gestione della macchina comunale – aggiungono -. Due debiti fuori bilancio, il ritardo accumulato per l’avvio dei lavori di messa in sicurezza del Plan Chécrouit, il finanziamento solamente parziale del trasporto pubblico sul territorio e in particolare per le Valli per la stagione estiva, sono stati solo gli ultimi capitoli di un racconto certamente triste, ma soprattutto molto preoccupante per Courmayeur».
I consiglieri puntano il dito su «sindaco e vicesindaco» che «hanno manifestato nel tempo la propria inadeguatezza e oggi, pur essendo privi di una maggioranza che li sostenga, non intendono prendere atto della situazione e delle inevitabili gravi ripercussioni che questa comporta».
«Da questo deve partire una seria ed onesta riflessione che conduce ad un’unica conclusione: occorre garantire la governabilità e la funzionalità gestionale di Courmayeur, che non può essere privo di una guida chiara, sicura e risoluta – concludono -. Onde evitare uno stallo amministrativo sicuramente nocivo per la nostra comunità, con senso di responsabilità operiamo noi la scelta che Sindaco e Vicesindaco non sono in grado di prendere, presentando le nostre dimissioni».
La motivazione di Alberto Vaglio
Seppur «condivisibili» il consigliere Alberto Vaglio, il primo a fuoriuscire dalla maggioranza nel settembre 2018, non ha sottoscritto le motivazioni degli ex compagni di lista.
«Semplicemente», dice «oggi ho rimediato a un errore al quale ho contribuito facendo eleggere questa amministrazione».
«Ci siamo premurati che lo Chécrouit fosse in sicurezza – aggiunge -, ma ora è davvero impensabile andare avanti così. Si stanno facendo solo danni per il paese».
(erika david)