Rifiuti: contro la discarica di Chalamy 13.200 firme e ricorso al Tar
Le firme sono state presentate oggi, lunedì 20 luglio, alla Presidenza del Consiglio regionale
Il Comitato “La Valle d’Aosta non è una discarica” ha presentato questa mattina, lunedì 20 luglio, alla Presidenza del Consiglio regionale 13.200 firme contro la discarica di Chalamy.
La petizione per il «no» contro il sito è partita lo scorso mese di ottobre e adesso sarà sostenuta anche da un ricorso al Tar. «E’ in corso una campagna fondi per sostenere l’azione giudiziaria volta a chiudere definitivamente l’impianto», spiegano i promotori, oggi rappresentati ad Aosta per la consegna delle firme da Martino Dublanc e Elwis Francisco e sostenuti da Valle Virtuosa.
«Il 22 maggio abbiamo ricevuto gli atti per la discarica, in seguito alla nostra richiesta del 19 novembre 2019 – sottolinea il Comitato -. Ebbene, proprio dall’esame di essi ci pare doveroso avviare una azione giudiziaria al fine di chiarire se la procedura si è svolta nel rispetto delle leggi e se siano stati acquisiti tutti gli elementi tecnici indispensabili al rilancio della concessione».
Rilancio della concessione che, di fatto, è stato bloccato con una delibera di giunta dello scorso marzo. La delibera è datata 7 marzo. «A oggi l’autorizzazione è revocata a seguito della modifica fatta lo scorso gennaio», spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Albert Chatrian.
Nel mentre, Stato, e le società Cape e Evergreen hanno presentato ricorso contro le leggi regionali volte a disincentivare le realizzazione e l’utilizzo delle discariche per conferirvi rifiuti da altre regioni.
“La Valle non è una discarica”ritiene «inconcepibile colmare di rifiuti una voragine che si trova stretta da un lato dal torrente Chalamy da cui dista meno di 200 metri e dall’altro dalla Dora, distante 700 metri. Ripeteremo all’infinito che ci troviamo in una zona vincolata idrogeologicamente nel modo più severo previsto dalla legge. Ci pare impossibile che possa essere stata concessionata senza una modellazione del flusso delle acque sotterranee e senza uno studio idrologico e idraulico del bacino del torrente Chalamy che tenga conto anche dei potenziali rischi di colate detritiche».
«Ribadiamo il nostro no ai rifiuti speciali – ancora Chatrian -. La Regione fa ricorso rispetto all’autorizzazione rilasciata nel 2014 (governo Rollandin, ndr)».
In foto: Martino Dublanc e Elwis Francisco
(lu.me.)