Sanità, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono: «Lavoratori SdS discriminati e la Regione, socio unico, se ne lava le mani»
Cgil, Cisl e Uil ricordano che il socio unico della Società di Servizi è la Regione e dunque si dovrebbe fare carico del problema di disparità di trattamento dei lavoratori SdS che operano nei Cea
Sanità: Cgil, Cisl e Uil ribadiscono: «Lavoratori SdS discriminati e la Regione se ne lava le mani». Le tre sigle sindacali non ci stanno alle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Mauro Baccega. Ebbe a dire – di fronte alla protesta dei lavoratori impiegati nei Cea che accusavano un trattamento di serie B – : «Il personale della Società non tiene conto del fatto di essere dipendente di un operatore economico privato e di essere stato assunto a seguito di una selezione in cui le condizioni economiche e contrattuali erano ben chiare. Società di servizi è di fatto un fornitore della struttura e siamo tenuti ad acquistare il servizio che occorre».
Sindacati all’attacco
Rilanciano i sindacati. «La Società di Servizi è una società per azioni a totale capitale pubblico che ha un socio unico: la Regione Autonoma Valle d’Aosta. Puntualizzano: «La Società è stata costituita nel lontano dicembre dell’anno 2010 per fronteggiare e cercare di risolvere il problema dei lavoratori precari dipendenti, in allora, della Regione stessa. Alla Società è stata affidata l’erogazione di servizi strumentali all’esercizio dei compiti istituzionali dell’Amministrazione regionale».
Vanno all’attacco le tre sigle: «Non corrisponde al vero, pertanto, quanto dichiarato dall’assessore Baccega. Infatti, è la Regione che decide, tra le risorse finanziarie che assegna alla Società di Servizi, a quanto ammonta il costo del personale e, conseguentemente, è la Regione che pone direttamente in essere disparità di trattamento tra personale assunto alle proprie dipendenze e personale che fa assumere alla Società di Servizi per svolgere le funzioni che le assegna con il contratto di servizi: si badi bene personale che svolge le medesime mansioni negli stessi servizi istituzionali».
Ma l’Amministrazione regionale con il suo contegno pone anche in essere indirettamente (facendolo fare direttamente alla Società) discriminazione e disparità di trattamento tra lavoratori della stessa Società di Servizi che, al momento, pur avendo partecipato a selezioni per l’assunzione presso il proprio datore di lavoro il cui bando prevedeva il riconoscimento di apposita indennità non se la vedono riconoscere».
«È il momento che la Regione si faccia carico della problematica in modo onesto e trasparente e la risolva evitando, tra gli altri, malcontento e possibili contenziosi, ma soprattutto riconoscendo a chi opera in propri i servizi istituzionali pari dignità: non può un ente pubblico come l’Amministrazione regionale creare la maggiore economicità richiesta obbligatoriamente per legge al fine di poter affidare all’esterno la gestione dei propri servizi, risparmiare esclusivamente sul costo del lavoro».
(reaostanews.it)