Champorcher, trovato il corpo senza vita di uno scialpinista; potrebbe trattarsi di Daniele Caneparo
L'uomo, 55 anni e medico neurologo di Torino, non aveva fatto rientro da una gita scialpinistica lo scorso 23 novembre, nella zona della Cimetta Rossa
Champorcher, trovato il corpo senza vita di uno scialpinista; per il Sav si tratta di Daniele Caneparo.
Il corpo senza vita di uno scialpinista è stato recuperato nella giornata di giovedì 24 giugno dal Soccorso Alpino Valdostano nella valle di Champorcher. Secondo fonti accreditate, «con buona probabilità, potrebbe trattarsi di Daniele Caneparo del medico neurologo di Torino che non aveva fatto rientro da una gita scialpinistica lo scorso 23 novembre, nella zona della Cimetta Rossa».
Il direttore del Sav Paolo Comune spiega: «Avevamo avviato le ricerche immediatamente dopo aver ricevuto l’allarme per il mancato rientro, ma le condizioni meteo avverse e le forti nevicate durante il giorno della gita e nelle ore successive, con circa due metri di neve e un pericolo valanghe di livello 4-marcato, avevano complicato le operazioni, condotte sia tramite sorvoli sia con l’impiego di squadre da terra, con tecnici del soccorso e unità cinofile. Abbiamo eseguito numerose ricerche anche nel periodo successivo, senza successo». Oltre a numerose missioni di ricerca tra la fine dell’anno e la primavera, da mesi sono in corso sorvoli sulla zona, con l’utilizzo di un drone.
Il ritrovamento
Un escursionista, nella mattinata di oggi, ha avvistato la punta di uno sci nella neve. Una squadra in elicottero ha immediatamente raggiunto il posto e ha confermato la presenza di un corpo.
La salma è stata recuperata con l’elicottero e consegnata al Sagf di Cervinia per le operazioni di riconoscimento e di polizia giudiziaria.
«Abbiamo avvertito la famiglia di Daniele di questo ritrovamento – aggiunge Comune – anche se l’identità non è ancora ufficialmente accertata. Non abbiamo altre segnalazioni di scomparsa in questa zona. Con la tristezza dovuta all’incidente in cui ha perso la vita una persona, possiamo trovare conforto nell’aver restituito alla famiglia il corpo del loro caro. Un gesto che, ci auguriamo, possa lenire il dolore di questa grave perdita».
(f.d.)