Disabilità: lunedì 22 giugno riaprono i CEA dopo la chiusura del 9 marzo
Le attività saranno all'aperto; nei giorni scorsi, utenti e operatori sono stati sottoposti a tampone
Dopo l’esecuzione del tampone a utenti e operatori, i Cea, i centri educativo assistenziali, sono pronti a riaprire il 22 giugno. Oggi accolgono 71 persone con disabilità: 18 ad Aosta, 21 a Gressan, 15 a Châtillon e 17 a Hône. Nelle quattro strutture – che hanno interrotto le loro attività il 9 marzo – lavorano 24 educatori professionali e 18 operatori sanitari.
«C’è una data. Lunedì 22 giugno – commenta l’assessore alla Sanità Mauro Baccega -. contiamo di poterla rispettare. Nelle scorse settimane, vista la forte preoccupazione di esporre al contagio gli utenti, abbiamo lavorato in sinergia con il Comitato di Coordinamento della disabilità regionale per predisporre la ripresa delle attività socio-educative e assistenziali in piena sicurezza».
Il protocollo di sicurezza dei CEA
Il 29 maggio è stato approvato un apposito Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19, per la prevenzione del contagio e della tutela della salute degli utenti e degli operatori.
Due sono le azioni per operare nelle condizioni di massima sicurezza. L’esecuzione dei tamponi a utenti e operatori dei servizi e la formazione destinata a tutti gli operatori, per un corretto uso dei dispositivi di protezione individuale.
Per ridurre il rischio contagio, il Protocollo prevede una ripresa graduale delle attività che, almeno nella fase iniziale saranno all’aria aperta, per poi passare a interventi all’interno delle strutture, con una certosina differenziazione degli orari, per evitare contatti tra gli utenti e per garantire il distanziamento sociale.
Saranno organizzati turni mattutini e pomeridiani, con un iniziale rapporto operatore/utente uno a uno che potrà essere ampliato più avanti. Il numero degli utenti dipende dagli spazi di ciascun centro e in ogni caso, l’utilizzo degli spazi comuni deve essere garantito con uno spazio di almeno 4 metri quadrati a persona.
«Per far fronte alla situazione sanitaria difficile e in evoluzione è necessaria una stretta collaborazione tra servizi e famiglie. La collaborazione verrà sancita da un patto di responsabilità reciproca in cui i responsabili dei centri diurni e le famiglie si impegneranno in azioni di responsabilità individuali che contribuiranno pian piano alla ripresa della vita di comunità». Ha concluso l’assessore Baccega.
L’appello per la riapertura delle scorse settimane
Nelle scorse settimane, il Coordinamento Disabilità Valle d’Aosta – che riunisce 12 associazioni che a vario titolo si occupano di disabilità – aveva lanciato un appello perché pur a bassa intensità e con attività all’aperto quando possibile, i Cea fossero riaperti; perché gli utenti potessero riprendere le attività quotidiane interrotte in modo traumatico il 9 marzo e per dare sollievo alle famiglie che ogni giorno, da tre mesi e più hanno subito un lento logorio causato dall’aggravarsi delle competenze delle quali hanno dovuto farsi carico.
Da educatori a fisioterapisti, insegnanti e badanti. Infatti, a causa del diffondersi del contagio è stato impossibile trovare personale disposto a lavorare a domicilio.
(c.t.)