Scuola, professori senza cattedra in piazza: «continuità didattica e ritorno in classe in sicurezza»
Una trentina di insegnanti precari delle scuole medie e superiori è scesa in piazza per sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità di difendere il diritto di tutti a una scuola sicura che garantisca qualità e continuità didattica.
Scuola, professori senza cattedra in piazza: «continuità didattica e ritorno in classe in sicurezza».
Una trentina di insegnanti precari delle scuole medie e superiori è scesa oggi pomeriggio, giovedì 4 giugno, in piazza per «difendere il diritto di tutti a una scuola sicura, che garantisca continuità e qualità didattica, soprattutto dopo questi mesi di emergenza sanitaria e conseguente interruzione della didattica in presenza».
«I precari vanno stabilizzati, non calpestati»; «A settembre ci vediamo a scuola, non su meet»; «Il nostro ruolo non merita un ruolo?», «L’insegnamento è una relazione tra esseri umani», «Presidente Mattarella, ci rassicuri col sostegno»; «Il prossimo anno non sarò più l’insegnante di tuo figlio»; «Precariato come crimine di Stato» – sono alcuni dei cartelli che gli insegnanti precari hanno esibito, prima sotto i portici della casa comunale, vista la pioggia battente, poi formando un cerchio sulla piazza Chanoux.
La portavoce dei professori senza cattedra
Otto anni di «anzianità» da precaria, Sabrina Pirana è la portavoce dei professori senza cattedra valdostani:
«Chiediamo la stabilizzazione dei docenti precari per garantire la continuità didattica agli studenti e un regolare avvìo dell’anno scolastico – ha spiegato l’insegnante del liceo Regina Maria Adelaide -.
Non solo, è necessario potenziare e incrementare gli organici perchè si garantiscano le lezioni, esclusivamente in presenza.
«Essere oggi qui in piazza non ha velleità autoreferenziali – ha spiegato Pirana -.
Abbiamo inteso lanciare un segnale, sensibilizzare la popolazione, perchè una scuola sicura e di qualità è un interesse trasversale a tutta la comunità. Da tempo la condizione degli insegnanti precari è quella di ‘invisibili’.
E’ per il bene dei ragazzi e di tante famiglie che chiediamo un avvìo regolare dell’anno scolastico, a maggior ragione dopo i tanti dubbi del post emergenza sanitaria e dopo un periodo di didattica a distanza che ha messo dura prova sia i ragazzi, sia l’organizzazione scolastiche che le famiglie».
Ipotesi didattica mista
Non piace ai precari valdostani, l’ipotesi di un avvìo di anno scolastico 2020/2021 in modalità didattica mista, ovvero con metà studenti a casa, collegati via meet e l’altra metà in classe.
«Le scuole non hanno connessioni internet così efficaci da reggere l’urto di studenti, insegnanti e segreteria connessi – ha commentato un insegnante precario -. basta pensare che in alcune scuole, in occasione delle prove Invalsi, è necessario togliere il wi-fi alla scuola perchè i test possano svolgersi senza intoppi.
Figurarsi una tale mole di connessioni, senza contare i laboratori, le altre classi, gli uffici di segreteria. Un sistema precario che non può reggere».
Professori senza cattedra
Sono circa 500 i precari in servizio nelle scuole della nostra regione; di questi, 150 circa insegnano alle scuole secondarie di primo e di secondo grado.
I professori senza cattedra hanno scelto di chiamarsi così perchè tra le loro fila annoverano docenti che da anni e anni, ogni settembre, si ritrovano in cattedra senza mai aver avuto accesso all’incarico di ruolo.
I professori senza cattedra in servizio nelle scuole secondarie di primo e secondo grado hanno una media di 10-15 anni di precariato alle spalle.
Essi rivendicano la stabilizzazione, «tramite concorso per titoli e servizio, indispensabile per garantire la continuità didattica e lo svolgimento delle lezioni, esclusivamente in presenza a settembre, per non dover ricorrere alla didattica a distanza».
L’assessora all’Istruzione, Università, Ricerca e Politiche Giovanili Chantal Certan ha incontrato ieri, mercoledì 3 giugno, una delegazione degli insegnanti precari, assicurando «alta attenzione sul tema».
(c.t.)