Famiglie in crisi: Banco alimentare e Caritas prese d’assalto
Durante il confinamento domanda aumentata del 50% per i pacchi di generi alimentari
Famiglie in crisi: Banco alimentare e Caritas prese d’assalto. Durante il periodo di confinamento le richieste al Banco alimentare sono aumentate del 50%. A tracciare il bilancio della fase 1 Gioia Brunod, presidente del Banco alimentare. Da 10 marzo sono stati distribuiti circa 44.930 kg di alimenti dando assistenza a circa 2.450 persone.
Il Banco
«Numeri importanti che non sarebbero stati possibili senza la generosità dei valdostani che ci ha permesso di recuperare circa 22.000 kg di alimenti».A chiedere aiuto sono state numerose famiglie valdostane che, a causa della crisi hanno perso il lavoro. Dice Gioia Brunod, presidente del Banco alimentare. «Alcuni assistiti, peraltro molto pochi, da circa metà maggio hanno dichiarato di aver ricominciato a lavorare, ma hanno anche chiesto di poter continuare a ricevere il pacco fino al primo stipendio». Prima della crisi, la maggior parte delle famiglie che si rivolgeva al Banco per chiedere aiuto, riceveva il pacco con scadenza quindicinale mentre con l’inizio della crisi la consegna dei pacchi è diventata settimanale.
Caritas
Anche la Caritas ha registrato in questo periodo un aumento delle richieste di aiuto.«Oltre alle persone che abitualmente ci chiedevano aiuto – spiega Andrea Gatto, direttore della Caritas diocesana di Aosta -, abbiamo incontrato molte persone nuove».
Nel corso della Fase 1, la Caritas aveva dovuto chiudere, per ragioni di sicurezza, anche il centro di ascolto in presenza. Prosegue. «Il numero verde che abbiamo messo a disposizione è stato molto utilizzato. Molte richieste sono arrivate da persone con cui eravamo in contatto, ma abbiamo aiutato moltissime persone nuove. Eravamo partiti mettendo a disposizione dei nuclei familiari che ne avevano bisogno circa 50mila euro, ma siamo arrivati a circa 70mila euro grazie ai fondi dell’8xmille e alle numerose donazioni che sono arrivate. La generosità è stato un aspetto molto bello di questo periodo». I fondi sono stati utilizzati per aiutare quelle famiglie che si sono trovate di colpo senza reddito e senza aiuti.
«A chiedere aiuto sono stati ad esempio gli stagionali o i lavoratori a chiamata del comparto turistico che non aveva diritto a sostegni. In questo momento stiamo continuando a sostenere chi magari ha ricominciato a lavorare ma si trova ancora senza reddito».
Sostegno alle attività
Un’altra iniziativa importante è stata messa in campo a favore delle piccole attività commerciali:«Abbiamo cercato di aiutare, e continuiamo a farlo, soprattutto quelle piccole attività che hanno dovuto chiudere offrendo loro liquidità nella formula dell’acquisto anticipato di un servizio. Ad esempio abbiamo acquistato in anticipo 40 tagli di capelli a una parrucchiera che aveva chiuso.Poi distribuiremo 40 buoni a persone in difficoltà che non potrebbero altrimenti accedere a questo servizio. In questo modo sosteniamo sia l’attività, senza utilizzare la formula del prestito né dell’elemosina che le persone per dignità farebbero fatica ad accettare».
Durante il periodo di emergenza anche la Mensa Tavola Amica è stata trasformata: «Abbiamo trasformato la mensa in un servizio da asporto perché non avevamo le condizioni per riaprire in sicurezza. Siamo potuti andare avanti grazie alle numerose donazioni di alberghi e ristoranti che avevano ancora le celle frigo e le dispense piene. Chi è venuto, nella fase della chiusura totale, era chi viveva per strada e non aveva possibilità di consumare pasti in casa». Nel periodo di chiusura totale inoltre i due dormitori di via Stévenin e di viale Gran San Bernardo sono stati trasformati in ricoveri h 24.
(re.aostanews.it)